Parlamento in stand by per emergenza Coronavirus. Nodo modalità di voto

Coronavirus, Parlamento: banchi vuoti e senatori a distanza: il voto a scaglioni. (Frame video Ansa)
Parlamento: banchi vuoti e senatori a distanza: il voto a scaglioni. (Frame video Ansa)

ROMA. – ‘Stand by’: è la modalità del Parlamento italiano nei giorni dell’emergenza Coronavirus. Deputati e senatori, arrivati mercoledì (pur se a ranghi decisamente ridotti e prevalentemente dalle regioni del centro e del sud Italia) a Roma per votare lo scostamento di bilancio, sono rientrati a casa e i Palazzi sono tornati nel silenzio.

Ma sulle chat dei parlamentari fervono i racconti preoccupati dei contagi dei colleghi. Il secondo e ultimo conosciuto è quello del questore della Camera, Edmondo Cirielli (Fdi), che ha destato non poco allarme a Montecitorio. Il questore, infatti, ha per il suo ruolo continui contatti, oltre che con i parlamentari anche con i funzionari dell’amministrazione: alcuni di questi, si apprende, si sono messi in autoisolamento.

Ma il Parlamento deve andare avanti. Se non altro per convertire i decreti sull’emergenza: il primo deve essere esaminato al Senato, prima in commissione e poi in Aula, e lo stesso dovrà accadere anche per gli altri provvedimenti entro la scadenza che la Costituzione fissa in 60 giorni dalla pubblicazione.

Sul fatto che i decreti vadano esaminati in commissione e poi in Aula non ci sono scappatoie. Ove l’emergenza non cessi presto consentendo il ritorno alla normalità, da più parti ci si è rivolti al Quirinale per una mano più “larga” sulla reiterazione dei decreti nello stesso testo: pratica abbastanza comune nella Prima Repubblica ma bloccata da una sentenza della Corte costituzionale del 1996.

In circostanze emergenziali e con un Parlamento che non riesca a riunirsi per una eventuale incidenza del contagio sui suoi membri, viene fatto rilevare, potrebbe essere necessario al governo riemanare i decreti in modo da non far perdere efficacia alle misure varate finché non saranno convertite in legge dello Stato.

A Montecitorio, dopo il secondo contagio reso noto ufficialmente, ci si interroga ancora di più sulla opportunità di introdurre la possibilità per i deputati di votare a distanza, evitando loro di venire tutti insieme in Parlamento. Il tema è stato posto da Emanuele Fiano del Pd all’ultima Giunta per il Regolamento, ma ha incontrato una chiusura netta da parte di Iv, oltre che di Forza Italia e del M5S, mentre la Lega ha aperto.

Tuttavia, dopo il voto mercoledì, con decine di deputati con mascherina e guanti, cresce il pressing sulla possibilità di votare non dal proprio scranno ma da remoto. “Riproporremo con forza al presidente Fico la nostra proposta di ragionare e di aggiornare le norme della Camera”, annuncia Fiano, confermando che ci sono stati già contatti nei giorni scorsi tra il presidente della Camera ed il capogruppo dem Graziano Delrio.

“La funzione legislativa – puntualizza – non può interrompersi, ma non è ammissibile che chi siede in Parlamento finisca con correre rischi anche maggiori di chi sta fuori”.

Comunque, il regolamento di Montecitorio un modo per ridurre l’assembramento in Aula lo offre. Tutti i voti sui singoli articoli potrebbero essere fatti per alzata di mano, senza verifica del numero legale, mentre la votazione finale, per la quale è richiesto il voto nominale, potrebbe tenersi non con il procedimento elettronico (con tutti seduti spalla a spalla al proprio posto) ma, come per la fiducia, facendo sfilare ciascun deputato davanti alla presidenza: questo consentirebbe di evitare assembramenti e di garantire le distanze interpersonali imposte dal governo.

Resta, poi, il ‘busillis’ del referendum sul taglio dei parlamentari e delle elezioni regionali. Mentre sul secondo tema nulla si sa ancora, per il referendum la legge è chiara: Il governo dovrà fissare la nuova data per celebrare il referendum sul taglio dei parlamentari entro il prossimo 23 marzo. La consultazione dovrà tenersi in una domenica compresa tra il cinquantesimo ed il settantesimo giorno successivo all’indizione.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

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