Stretta sui confini italiani. Merkel-Macron : “Sbagliato”

Un controllo della polizia al passo del Brennero al confine con l'Austria.
Un controllo della polizia al passo del Brennero al confine con l'Austria. (ANSA)

ROMA. – Anche se il coronavirus ormai è affare di tutto il mondo dopo che l’Oms ha dichiarato la pandemia, tanti Paesi continuano a guardare all’Italia con preoccupazione, a partire dai più vicini come le confinanti Austria, Svizzera e Slovenia. Con diverse gradazioni di gravità, tutti questi Stati hanno messo in piedi misure per limitare il più possibile la diffusione del Covid-19 con una stretta ai confini.

Vienna ha reintrodotto ufficialmente i controlli interni all’Ue, nonostante lo scetticismo di Bruxelles. Nel Paese d’ora in poi potrà entrare solo chi è residente in Austria oppure chi la attraversa senza fare soste. “Una misura temporanea”, assicurano gli austriaci. I treni passeggeri e i voli di línea verso e dall’Italia sono stati sospesi fino al 3 aprile.

Al Brennero sono scattati controlli serrati già dalla mattina (con il risultato di creare in serata un serpentone di tir in fuga dall’Italia e 80 km di coda), poi è stato il turno del confine di Tarvisio. E nei prossimi giorni saranno chiusi i valichi secondari con l’Italia in Carinzia.

Più blande le misure prese in Svizzera, che ha invece chiuso nove dogane secondarie per incanalare il traffico nei posti di frontiera più grandi. L’obiettivo è controllate le persone in entrata. Se non si tratta di viaggi di lavoro – i frontalieri per ora possono passare – viene suggerito di tornare in Italia, anche se per ora non c’è alcun obbligo.

Scelta simile in Slovenia, che ha limitato l’accesso a soli sei punti di valico, chiudendo tutti gli altri per poter meglio vagliare gli ingressi. Si potrà entrare solo con un certificato medico nonpiù vecchio di tre giorni che attesti la negatività al coronavirus. Un deciso passo indietro rispetto alla chiusura totale delle frontiere annunciata ieri.

Sulla parziale retromarcia ha con ogni probabilità pesato l’influenza esercitata da Angela Merkel: “Chiudere le frontiere non è il modo adeguato di reagire”, ha attaccato la cancelliera tedesca dopo le decisioni annunciate ieri da Vienna e Lubiana e di cui si è parlato al consiglio europeo in videoconferenza. Stesso concetto espresso dal presidente francese Emmanuel Macron, che aveva definito “sbagliato” chiudere il confine con l’Italia.

Ma anche da Bruxelles non sono mancate le sottolineature negative verso decisioni che per l’Ue andrebbero prese in maniera coordinata: “Gli Stati membri dovrebbero valutare se il ripristino dei controlli ai confini interni sia utile”, hanno evidenziato dalla Commissione europea, che ancora a metà giornata non aveva neppure ricevuto una notifica ufficiale da parte dell’Austria, quando già erano cominciati i blocchi.

Alle critiche verso gli altri si sono accompagnati invece gli elogi per l’Italia, dai cui sforzi per contenere l’epidemia l’Ue debe “trarre lezioni”, secondo Ursula von der Leyen. Per la presidente della Commissione, che ha trasmesso un videomessaggio in italiano, in questo momento in Europa sono “tutti italiani”.

“Qualcuno ci chiude i confini, è vero, ma noi non restiamo a guardare. Ci siamo messi alle spalle tante crisi, supereremo anche questa”, ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.  Altri Paesi e altre compagnie aeree continuano però a cancellare i collegamenti aerei con il nostro Paese. É il caso, da ultimo, del Portogallo e della compagnia finlandese Finnair.

L’Italia, ormai insieme ad un numero crescente di Stati europei colpiti dal virus, continua poi ad essere oggetto di restrizioni all’ingresso da una lista sempre più nutrita di Paesi. Il governo australiano ha esteso anche al nostro il divieto di ingresso già in vigore per i viaggiatori provenienti da Cina, Iran e Corea del Sud. E pure in Argentina e Colombia hanno disposto quarantene obbligatorie per chi arriva dall’Italia e dagli altri Paesi catalogati a rischio.

(di Salvatore Lussu/ANSA)

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