La famiglia ai tempi del virus, in casa e connessi

Due messaggi sul portone di casa: "Adrà tutto bene".
Due messaggi sul portone di casa: "Adrà tutto bene". ANSA / Massimo Percossi

PADOVA. – Ore 8.00: suona la sveglia del cellulare, Matilde si alza, e va in aula. Poi squilla un altro smartphone, apre anche l’ufficio dei genitori. Tutto in casa, però, al computer o al telefono. Comincia così la giornata delle famiglie italiane, ai tempi del virus. Dall’abitazione diventata ‘rifugio’ contro la paura del Covid-19.

Siamo a Padova, ‘zona rossa’. Qui in tanti si sono già attrezzati per superare le settimane di quarantena cambiando ddel tutto ritmi e abitudini. Fuori dalle finestre il mondo reale. Dentro quello virtuale, con internet che consente di ‘uscire’ e tenere i contatti con il lavoro, la scuola, le amicizie. Un mondo da reclusi 2.0, con cui ci si è ritrovati a fare i conti nel giro di 48 ore.

Macchine ferme in garage, nessun treno da prendere. Smarthworing e lezioni digitali per i ragazzi. Si comincia al mattino, con i prof che appaiono nello schermo del cellulare. Fanno l’appello, e via con la lezione: il banco è il tavolo di cucina, si parte con l”Edipo Re’ di Sofocle. Mentre in casa c’è chi fa colazione, la didattica del quarto anno di Liceo classico irrompe nel silenzio.

“Chi se la sente di commentare questo brano..?” chiede l’insegnante di greco. I genitori ‘partecipano’ alla vita di classe dei figli, sbirciano le facce dei docenti e dei compagni di scuola. Sul tavolo c’è già il libro di matematica: fra un’ora toccherà alla video-lezione di goniometria.

Matilde passa da Skype alla piattaforma ‘Zoom’, che permette di scrivere sulla lavagna multimediale. “Ma che bella visione !” attacca il secondo prof, “siete tutti svegli ? Bene, iniziamo…”. Si sta attenti a non sovrapporre l’audio dei vari device: nell’altra stanza qualcuno fa il punto della giornata in video-conferenza con i colleghi.

“Tasto ‘mute’ in funzione” si raccomanda, altrimenti la ‘babele’ di microfoni è assicurata. Intanto c’è da pensare alla spesa per pranzo e cena. Uscite in pub e pizzerie sono cancellate. Cristina, la mamma di Matilde, ha deciso che si esce una volta sola, al mattino, per andare al minimarket vicino casa, evitando orari in cui potrebbe esserci più gente.

Si programma il menù per più giorni, così si esce meno. Ci sono amici da aiutare: Anna ha uno dei figli con la febbre, dopo essere rientrata da un viaggio a Berlino. Si sono messi in auto-isolamento, e devono fare scorta di cibo e generi di prima necessità. L’istituzione-famiglia è tornata centrale nelle ‘zone rosse’ del Paese.

Genitori e figli sono insieme come mai era successo prima. Si mangia assieme, esperienza ‘antica’ che sa di vacanza. Chi esce per la spesa, riporta le news sui negozi che rimettono in vendita mascherine anti-contagio e amuchina, prodotti che vanno a ruba. Si chiamano i nonni per un saluto, meglio il telefono che gli abbracci con gli anziani di famiglia.

Anche la vecchia tv torna di moda: teatri e cinema chiusi l’hanno riporta in auge. Alla sera dalle piattaforme satellitari si scelgono anche i vecchi film: per esorcizzare la paura, ad esempio, c’è “Cassandra Crossing”. Il film si ferma solo se sul cellulare arrivano nuove notizie sull’avanzare del virus.

Ci si parla da ‘zona rossa’ a ‘zona rossa’, dal Veneto alla Lombardia. Camilla, la figlia che vive a Milano, si collega a orari regolari con la famiglia su ‘Face Time’: “Come va ? Qui è brutta, pochissima gente in giro, ormai si evita anche la metro…”. La mamma le fa coraggio: “stai in casa, mettiti mascherina e guanti se esci. Vedrai che passerà”.

Lascia un commento