Coronavirus: il piano della Capitale, quarantena anche in caserme

Roma: Piazza Adriana priva di traffico, causa la diffusione del coronavirus.
Roma: Piazza Adriana priva di traffico, causa la diffusione del coronavirus. 8 marzo 2020. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Sarà una settimana chiave per Roma e per il Lazio, quella iniziata oggi, nel contrasto al coronavirus. La Capitale attende in queste ore l’onda d’urto dei numeri sempre crescenti del contagio, e si prepara. Rafforzando i reparti, aumentando i posti letto di terapia intensiva, che passano da 618 a 675, coinvolgendo le caserme, mentre, con l’altra mano, si dà un sostegno alle regioni del Nord in affanno.

“Il sistema sta tenendo – ha affermato oggi l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, riemergendo dalla quotidiana videoconferenza per fare punto con i direttori delle Asl – Ci stiamo attrezzando per ogni scenario”.

Scenari che comportano, ad esempio, la mobilitazione delle caserme per creare spazio negli ospedali di prima linea. Per esempio, cinque pazienti sono stati trasferiti dallo Spallanzani alla Cecchignola: non hanno più bisogno di un letto d’ospedale, ma a casa non possono tornare perché magari vivono con anziani, minori, ammalati e perciò concluderanno lì il periodo di sorveglianza.

Bisogna essere pronti, anche ad accogliere chi, magari dal Sud, potesse aver bisogno di cure specialistiche, e nel frattempo liberare le mani agli ospedali del Nord: proprio la notte scorsa è stato trasferito in elicottero a Roma dall’ospedale di Bergamo un paziente negativo al Covid-19 per portarlo in terapia intensiva post operatoria e per liberare posti letto nel nord Italia.

E’ di qualche giorno fa l’ordinanza firmata dal governatore Nicola Zingaretti, al momento a casa perché positivo al tampone, per dare muscoli al sistema: un ‘pacchetto’ da 150 posti letto di terapia intensiva in più ricavati raddoppiando quelli dello Spallanzani e trasformando il Columbus del Gemelli nel secondo ‘Covid-hospital’ dedicato.

Sono inoltre in arrivo circa 500 operatori sanitari, e potranno tornare al lavoro i ‘camici’ che, pur a contatto con i positivi, sono negativi al tampone. C’è la costante necessità di braccia fresche, perché anche i medici sono a loro volta possibili contagiati: solo oggi e solo al Policlinico Umberto I di Roma quattro medici e tre specializzandi sono stati messi in quarantena a casa perché positivi al virus, e il turn over deve essere garantito.

Anche la rete dei laboratori è stata rafforzata coinvolgendo, sotto il coordinamento dello Spallanzani, quelli di altri sei importanti ospedali del territorio. Ma assieme alle misure di ordine sanitario, le istituzioni lo stanno ripetendo da giorni, vanno promossi comportamenti individuali responsabili.

Intanto la Regione ha lanciato sui social la campagna ‘#iorestoacasa’ che invita a cambiare la propria foto profilo per far sapere a tutti di non essere usciti.

(di Gabriele Santoro/ANSA)

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