Sudan: premier della rivoluzione sfugge a un attentato

Due auto del convoglio del premier sudanese Abdalla Hamdok rimaste danneggiate dall'esplosione.
Due auto del convoglio del premier sudanese Abdalla Hamdok rimaste danneggiate dall'esplosione. (RFI)

IL CAIRO.  – Il premier sudanese Abdalla Hamdok è sfuggito ad un attentato compiuto contro il suo convoglio mentre si recava nel suo ufficio a Khartum in un apparente nuovo colpo di coda di forze ancora legate al deposto autocrate Omar al-Bashir, rimasto al potere per trent’anni.

L’attentato è stato compiuto con l’esplosione di una bomba e di colpi di arma da fuoco quando, verso le nove di mattina, la sua auto con scorta rallentava per imboccare un ponte nella capitale sudanese. Hamdok, uno stimato economista dell’Onu, è rimasto illeso come anche i suoi accompagnatori e ferito leggermente è stato solo un poliziotto in moto nonostante l’esplosione sia stata violenta, come attestano le immagini di diverse vetture parcheggiate rimaste distrutte. Danneggiate anche due auto del convoglio del premier.

Il governo ha parlato di attentato “terroristico” ma le dichiarazioni di premier, Consiglio dei ministri e del principale movimento rivoluzionario (la “Spa” che parla di azione delle “forze del passato”) puntano più o meno velatamente velatamente il dito contro i poteri forti del precedente regime.

Si tratta di una sorta di “stato profondo” sudanese che vede gradualmente tramontare la propria influenza e cerca di contrastare il rinnovamento promosso dal governo. Un esempio sono stati prepensionamenti di funzionari dei servizi di sicurezza annunciati a gennaio e seguiti a metà mese da un conflitto a fuoco nelle strade di Khartum tra vecchi e nuovi quadri.

Hamdok è stato nominato premier nell’agosto scorso dopo che, in aprile, proteste avevano spinto in aprile le forze armate a deporre Bashir rimpiazzandolo – dopo difficili negoziati – con un governo civile sotto l’egida di un “consiglio sovrano” misto in cui i militari hanno al momento la presidenza.

Il portavoce del Consiglio dei ministri ha ammesso che “c’è chi prende di mira la rivoluzione del popolo sudanese” ma il premier, su Twitter, ha assicurato: “Siate certi che quello che è accaduto oggi non ostacolerà la nostra transizione ed invece è una spinta aggiuntiva alla ruota del cambiamento in Sudan”.

Il rinnovo dei quadri seguito alla rivoluzione che l’anno scorso depose al-Bashir coinvolge non solo i settori della sicurezza ma anche dell’economia, che come in Egitto è in buona parte nelle mani dei militari in maniera diretta o indiretta. E le resistenze al nuovo governo si traducono anche in restrizioni all’accesso ai generi di prima necessità come pane e carburante.

(di Rodolfo Calò/ANSA)

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