Ferrari in zona protetta, per ora nessuno stop

Entrata della fabbrica di Ferrari a Maranello.
Entrata della fabbrica di Ferrari a Maranello. (ANSA)

BOLOGNA.  – Nell’Emilia-Romagna che vede “blindate” dall’emergenza coronavirus le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini non si arresta la spinta dell’industria trainata dai suoi colossi come Ferrari che dalla zona protetta del Modenese prosegue con la sua produzione di vetture da sogno o Barilla, multinazionale parmigiana della pasta e antesignana dello smart-working e Tetra Pak, gigante delle confezioni alimentari che tra Modenese e Reggiano punta, in questi giorni difficili, sul lavoro agile.

Nel quartier generale del Cavallino Rampante – con la Rossa di Vettel e Leclerc pronta al debutto domenica in Australia nel Mondiale di F1 – non ci sarà alcuno stop alla produzione, a causa dell’inasprimento delle misure antivirus varate dal Governo, “fermo restando che detta continuità non può prescindere da quella dei nostri fornitori, con i quali siamo in costante contatto”.

Di fronte all’emergenza sanitaria, a Maranello assicurano di avere adottato tutte le misure richieste per consentire al proprio personale di svolgere l’attività lavorativa nelle

migliori condizioni possibili e di restare “in constante collegamento con le autorità”, pronti “ad adeguare le misure di sicurezza adottate in funzione dell’evolvere della situazione con la consapevolezza che la salvaguardia della salute e del benessere dei propri dipendenti sia la priorità assoluta”.

A qualche decina di chilometri più a Nord, a Parma, anche in casa Barilla, il ‘giro di vite’ deciso dall’Esecutivo con l’invito a favorire forme di “lavoro inteligente”, non coglie impreparati. La multinazionale su questo tipo di lavoro, ha investito da tempo e, con un progetto partito nel 2013, ha introdotto la possibilità di operare in modo flessibile, ovunque e in qualunque momento. Così, a quanto si è appreso,  non muta il piano di lavoro: la circolazione delle merci, infatti, permette dall’azienda emiliana di rispettare tutti i passaggi sino al prodotto finito e la possibilità di accederé all’utilizzo del lavoro flessibile, per la parte manageriale e impiegatizia, di offrire soluzioni diverse.

Imprese che non arretrano dinnanzi all’emergenza, come la Tetra Pak Italia che, tra Modena e Rubiera, nel Reggiano, che prevede lo ‘smart working’ obbligatorio per chi non deve per forza essere in sede per lavorare, oltre l’80% di organico, e spazi ridisegnati già dal 24 febbraio, da quando cioè il livello di allerta per la diffusione di Covid-19 ha cominciato a salire nel Nord Italia e ben prima dell’ultimo decreto che ha stabilito misure restrittive degli spostamenti alla intera Lombardia e a 14 altre province italiane.

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