Biden vola nei sondaggi. Trump: “Peggio di Sanders”

L'ex vicepresidente Joe Biden saluta i suoi sostenitori dopo la vittoria del Super Tuesday.
L'ex vicepresidente Joe Biden saluta i suoi sostenitori dopo la vittoria del Super Tuesday. (ANSA)

WASHINGTON.  – Martedì 17 marzo. É la data in cui Joe Biden, con una vittoria nelle primarie della Florida, potrebbe esclamare “Game Over!”. Il giorno insomma della spallata finale a Bernie Sanders, mettendo fine alla prima fase della campagna elettorale per concentrarsi, da quel momento in poi, sul bersaglio più grosso: Donald Trump.

Del resto il vicepresidente, dopo il trionfo del Supertuesday e l’uscita di scena anche di Michael Bloomberg ed Elizabeth Warren, vola nei sondaggi, e non solo nel Sunshine state, da sempre uno degli Stati decisivi per ogni vittoria elettorale che conti.

Il tycoon ne è consapevole più di chiunque altro. E non a caso, messe da parte le ironie su “Sleepy Joe”, punta l’ex vicepresidente con un atteggiamento ora ben diverso. “Joe Biden è più a sinistra di quanto si creda e distruggerà tutto quello che è stato fatto”, ha detto parlando con i cronisti alla Casa Bianca, ammettendo come sia ormai improbabile che il 3 novembre si ritroverà a sfidare nelle urne Bernie Sanders: “Difficile che rimonti”, ha affermato il tycoon, mettendo in guardia dal fatto che Biden “in alcuni casi è peggio di Sanders”.

“Vuole incaricare Beto per la stretta sulle armi”, spiega riferendosi alla crociata del deputato texano contro le armi da fuoco. “Se Biden metterà gente così al governo sarà molto più a sinistra di Bernie, alzerà le tasse più di Bernie e distruggerà tutto quello che è stato fatto in questi anni dalla mia amministrazione”.

L’incubo del tycoon, insomma, è un ritorno alla Casa Bianca di quell’agenda targata Barack Obama che lui ha fatto di tutto per annientare.

Che la Florida possa essere il punto di svolta nella corsa alla nomination democratica lo dicono innanzitutto i numeri. É lo Stato più importante delle prossime due tornate delle primarie, mettendo in palio ben 219 delegati, con Biden che ne ha già conquistati 627 contro i 551 di Sanders. La soglia necessaria per assicurarsi la vittoria, in vista della convention di metà luglio, è di 1.991.

Le buone notizie per Biden arrivano da un sondaggio dell’ultim’ora dell’istituto St.Pete Poll che lo dà in vantaggio di ben 47 punti, con il 61% delle preferenze contro il 12% di Sanders. Il precedente sondaggio della Florida Atlantic University, di qualche giorno fa, dava Biden avanti di 26 punti. Numeri pesanti insomma, con Sanders destinato a pagare lo scarso appeal sull’elettorato afroamericano e anche le ultime uscite in difesa di Fidel Castro che non sono di certo piaciute nella Little Havana di Miami, roccaforte dei cubano-americani.

Biden, poi, vola un po’ ovunque nei sei Stati in cui si voterà il 17 marzo e nei quattro in cui si correrà il martedì precedente, il 10 marzo. Sanders appare in netto vantaggio solo nello stato di Washington, ma è indietro in Michigan, Ohio, Arizona e Illinois. E andando più in là, Biden è avanti in Georgia, dove si vota il 24 marzo, e in Pennsylvania, dove si va alle urne il 28 aprile insieme allo stato di New York. Certo, resta l’incognita del “fattore Warren”, con la senatrice ritiratasi dalla corsa ancora indecisa a chi dare il suo endorsement.

Ma la strada sembra oramai tracciata, con Biden che, salvo clamorose sorprese, beneficerà anche del pacchetto di delegati lasciato in eredità da Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Michale Bloomberg, tutti ora con l’ex vicepresidente.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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