Primo caso in Vaticano, era al convegno Accademia Vita

Vaticano: turisti in Piazza San Pietro indossando la mascherina protettiva anti coronavirus.
Vaticano: turisti in Piazza San Pietro indossando la mascherina protettiva anti coronavirus. ANSA/ ALESSANDRO DI MEO

CITTA’ DEL VATICANO. – E’ stato riscontrato il primo caso positivo di coronavirus in Vaticano. Il paziente è stato trasferito in un ospedale romano e si stanno esaminando i contatti che ha avuto negli ultimi giorni. Sospesi per la sanificazione tutti gli ambulatori all’interno delle mura leonine. Si tratta di una persona interna al Vaticano che aveva partecipato nei giorni scorsi ad un convegno sull’intelligenza artificiale.

Lo ha reso noto la stessa Pontificia Accademia per la Vita, l’istituzione che aveva organizzato l’evento. “In via precauzionale, pur considerando che la tempistica non esclude altre possibilità”, la Pav “ha provveduto ad informare via mail tutti i partecipanti agli eventi”, che comunque si erano “svolti in ottemperanza ai criteri di sicurezza e alle norme igienico-sanitarie”.

C’erano all’assise personalità legate alle multinazionali del digitale, esponenti del governo italiano e di altre istituzioni, esperti, accademici e anche giornalisti. Sono in corso altri controlli e il numero dei casi in Vaticano potrebbe salire. La Santa Sede dunque sta prendendo rapidamente tutte le misure per evitare contagi.

E’ lo Stato più piccolo del mondo ma anche quello frequentato da persone di ogni Paese difficilmente controllabili sotto il profilo sanitario. E in questa situazione potrebbero essere prese ad ore soluzioni drastiche.

Già domenica 8 marzo Papa Francesco potrebbe recitare l’Angelus dalla scrivania della sua stanza a Santa Marta, ripreso in video, senza affacciarsi dalla finestra del Palazzo Apostolico. Questo per evitare le file e gli assembramenti ai controlli che ogni domenica ci sono per accedere alla piazza.

Analoga decisione potrebbe essere presa per l’udienza generale di mercoledì 11 marzo. E proprio per questa data la diocesi di Roma ha chiesto ai fedeli della città una giornata di digiuno e preghiera per chiedere a Dio la protezione dal nuovo male.

In Vaticano sono state diramate in queste ore disposizioni interne che ricalcano in gran parte le indicazioni prese dal governo italiano. Ma si va anche oltre. La Direzione sanità e igiene del Governatorato chiede di limitare viaggi, missioni e spostamenti “se non strettamente necessari”; sono state sospese anche “tutte le attività formative”. Interdette le manifestazioni nei luoghi chiusi “che comportino una partecipazione di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

Si parla di interventi di sanificazione condotti oggi in uffici di dicasteri vaticani, tra cui persino in Segreteria di Stato, poi riaperti dopo alcune ore di chiusura. L’emergenza coronavirus richiede inoltre una “operazione di sanificazione straordinaria” dei locali dell’Archivio Apostolico e per questo, oltre a “lasciare liberi dal lavoro” tutto il personale e i collaboratori “a partire da lunedì 9 marzo fino a nuova comunicazione”, è stato sospeso l’accesso ai ricercatori “per tutta la prossima settimana”, si legge in una nota al personale dell’Archivio, che solo da lunedì scorso aveva aperto ai ricercatori i documenti sul pontificato di Pio XII.

Ma altre misure, anche più drastiche, sono tuttora all’esame e domani potrebbero arrivare nuove decisioni. Non è escluso niente perché in Vaticano si vuole non lasciare nulla al caso. Anche per quanto riguarda i Musei si valuterà, per quanto il forte calo delle presenze di questi giorni non stia mettendo in discussione il richiesto droplet.

Stesso discorso per la basilica vaticana. Ma se l’allarme non rientrerà nuove decisioni potrebbero essere assunte anche per questi due luoghi-simbolo della cristianità a livello mondiale.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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