Allarme settore aereo, Federmeccanica: “Rischi devastanti”

Assistenti di volo cinesi indossano la mascherina in un aeroporto.
Assistenti di volo cinesi indossano la mascherina in un aeroporto. (ANSA)

ROMA.  – Un colpo “senza precedenti” al trasporto aereo, con la Iata che avverte della possibilità di fallimenti a catena e molte compagnie che stanno riducendo drasticamente i voli di fronte alla fuga dei passeggeri. Ma anche, oltre al turismo, all’industria dell’intrattenimento colpita da ristoranti, bar e locali vuoti, una gelata su un manifatturiero italiano dove alla recessione preesistente “si è sommata un’emergenza inaspettata, che può avere effetti devastanti”, come avverte il presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz.

Il conto del disastro economico provocato dal coronavirus continua a lievitare, ora che dal principale focolaio in Cina l’emergenza dei contagi si estende alle principali economie occidentali: dagli Usa, alla Germania, all’Italia. Se tutti, dal Fmi all’Ocse alle agenzie di rating, stanno via via abbassando le stime di crescita, e se per l’Italia è in vista una recessione ormai data quasi per certa, è sulla “economia reale” che si vede l’entità delle  ferite al tessuto economico e sociale del virus partito da Wuhan poche settimane fa che in breve tempo ha creato un’emergenza di ricoveri, provocato la fuga di milioni di cittadini dalla vita pubblica, dai viaggi, dallo shopping. Andando a creare una rara crisi economica (che rischia di diventare finanziaria) che vede colpita sia l’offerta – ostacolando la “catena di montaggio” globale – sia la domanda, e cioè i consumi con la gente chiusa in casa.

Da Alitalia a Delta, da United a Lufthansa, le compagnie aeree stanno tagliando rotte sempre più svuotate di passeggeri. Ci sono i primi fallimenti, come la britannica Flybe che ha dovuto cancellare tutti i voli. La Iata, l’associazione internazionale che riunisce i grandi vettori, aggiorna il conto alla luce degli ultimi dati che danno i contagi su scala globale (oltre 80 Paesi colpiti) a oltre 100.000, avvicinando il rischio di una pandemia: il coronavirus cancellerà fino a 113 miliardi di dollari di fatturato (63 miliardi la stima più ottimistica) nel solo settore passeggeri, quasi quattro volte i 30 miliardi che la Iata stimava appena due settimane fa. Al punto che ora l’associazione chiede ai governi sussidi, tagli delle tasse sui passeggeri e sospensione delle regole sull’uso degli slot.

Basta spostare l’obiettivo dai trasporti e turismo, ovvie vittime del virus, all’industria e i danni non sono minori. In un 2019 colpito dalla crisi dell’auto tedesca, con l’automotive che ha tagliato di circa il 10% la produzione, la produzione metalmeccanica italiana ha perso il 3%, avverte Federmeccanica, archiviando un -27,6% nel decennio passato dal 2008 in poi, che ha visto l’Italia fare peggio di tutti gli altri Paesi dell’Unione europea.

E ora arriva il coronavirus, dove “alle conseguenze produttive ed economiche immediate derivanti dal blocco di moltissime attività dirette e indirette per gestire l’emergenza – dice Dal Poz –  si aggiunge un grave danno reputazionale per l’Italia e le sue imprese”. Fra clienti all’estero che cancellano gli ordini, o “chiedono improbabili certificazioni virus-free”.

L’Ance, sul fronte delle costruzioni, non ha fatto ancora una stima dei danni ma “nelle zone rosse i cantieri sono bloccati, mentre nelle zone gialle aumentano le sospensioni dei lavori e delle fasi di lavorazione”. Un’altra stretta, insomma, che colpisce un’industria che “rappresenta l’80% del sistema economico del Paese” e di fronte alla quale “chiediamo l’attivazione immediata di misure per gli ammortizzatori social e subito dopo interventi per l’apertura dei cantieri”, dice il presidente dei costruttori edili Gabriele Buia. E poi c’è il settore bancario e finanziario: i principali osservatori si aspettano un colpo agli utili, alla capacità di raccogliere capitale ed erogare prestiti e liquidità.

Con la possibilità che il coronavirus, con il suo effetto potenzialmente dirompente sulle presenze del personale, metta sotto sforzo anche la capacità di gestione dei rischi: la Bce ha chiesto alle banche europee di aggiornare le “strategie d’emergenza” per affrontare un “potenziale rischio pandemico”, chiedendo di rivedere i piani di continuità operativa.

(di Domenico Conti/ANSA)

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