Mercati in allerta, valutano il peso del coronavirus

Un agente di borsa controlla l'andamento delle azioni.
Un agente di borsa controlla l'andamento delle azioni. (ANSA)

MILANO. – Cautela, di fronte ad un fenomeno che nessuno in questo momento riesce a quantizzare. E’ questo il sentimento che prevale sui mercati che nei prossimi giorni dovranno continuare a fare i conti con l’impatto da coronavirus, dopo le fiammate dell’ultima settimana che in 5 sedute hanno provocato perdite solo a Wall street per 2mila miliardi, il crollo dei prezzi del petrolio scesi ai minimi da quasi 3 anni, l’oro schizzato alle stelle ai massimi da 7 anni.

E, soprattutto, con paura ed incertezza serpeggianti ovunque. Un prezzo salato pagato anche dalle Borse dei principali paesi arabi con pesanti segni meno ad Abu Dhabi, Rhyad e Dubai. A farne le spese insomma ormai tutte le piazze che però nei prossimi giorni potranno contare anche su qualche strumento in più.

Gli analisti guardano alle banche centrali e agli interventi dei governi. Ed i governi hanno cominciato a reagire: in Asia il governo giapponese ha varato un programma da 2,3 miliardi di dollari a sostegno dell’economia. Negli Stati Uniti il presidente della Federal Reserve Jerome Powell sembra pronto ad un’azione sui tassi dopo essere intervenuto in prima persona venerdì spiegando che di fronte ai rischi in evoluzione rappresentati dal coronavirus, se necessario, la banca centrale avrebbe “agito nel modo appropriato”.

E anche in Italia e Europa si sta lavorando alla cassetta degli attrezzi: a partire dal piano da 3,6 miliardi che si aggiungeranno i 900 milioni già resi disponibili annunciato dal ministro per l’Economia Roberto Gualtieri mentre anche Bruxelles è al lavoro.

Prime mosse che potranno rappresentare una boccata d’aria per piazza Affari e per lo spread tra Btp e Bund che dopo mesi è tornato a salire da quando è scoppiato ‘l’affaire coronavirus’. Certo sull’esordio di settimana che sarà caratterizzato per l’Italia dai dati Istat sull’andamento dell’economia italiana -che dovrebbero vedere un rapporto deficit pil per il 2019 all’1,6%-1,7%- e per i paesi Ocse dalle nuove stime- penderà la spada di Damocle dell’indice manifatturiero cinese.

Mercoledì l’Europa dovrà anche fare i conti con gli indici pmi dei servizi di Francia, Germania e Europa ma proprio mercoledì è prevista un Ecofin in teleconferenza al quale parteciperanno tutti e 27 i ministri delle Finanze europei, anche quelli che ancora non fanno parte dell’eurozona per fare il punto sul coronavirus.

Per quello sul petrolio invece l’appuntamento sarà il giorno dopo, giovedì, con una riunione straordinaria dell’Opec plus a Vienna dove si preannuncia uno scontro tra i paesi arabi che spingono per un ulteriore taglio alla produzione per rinforzare i prezzi e la contrarietà della Russia.

Per l’Italia invece, spiegano gli analisti, peserà anche il clima della politica con il passaggio parlamentare a cui si appresta il governo per superare i margini di deficit previsti.

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