Coronavirus: l’effetto epidemia sul clima blocca lo smog in Cina

Cinese in bicicletta con la mascherina per evitare le polveri sottili dello smog.
Cinese in bicicletta con la mascherina per evitare le polveri sottili dello smog.

ROMA. – L’attività industriale in Cina ha subito un pesantissimo calo a febbraio, a causa della chiusura di molte fabbriche per contenere la diffusione del coronavirus. Ma allo stesso tempo, per voler vedere un aspetto positivo, questo ha significato un’altrettanto vistosa riduzione dell’inquinamento dell’aria su tutto il territorio cinese, e in particolare nella regione di Wuhan, primo focolaio del virus, dove la quarantena ha di fatto bloccato anche i trasporti.

Si tratta di fenomeno ‘certificato’ da una serie di immagini raccolte dalla Nasa e dai satelliti di monitoraggio dell’inquinamento dell’Agenzia spaziale europea (Esa), da cui si può rilevare una vistosa riduzione dei livelli di biossido di azoto (NO2), un gas nocivo emesso dai combustibili fossili, quindi in particolare dai veicoli a motore e dalle strutture industriali.

I ricercatori hanno affermato che i tassi di biossido di azoto sono ora in media inferiori del 30% rispetto al solito. Un significativo calo dei livelli di biossido di azoto era in effetti già stato registrato durante la recessione economica nel 2008 e normalmente, ogni anno, durante le festività del calendario lunare. Quest’anno, però, i livelli di inquinamento non sono aumentati come previsto dopo le vacanze di Capodanno.

“Questa è la prima volta che vedo un calo così drastico su un’area così ampia per un evento specifico”, ha dichiarato Fei Liu, ricercatore della qualità dell’aria presso il Goddard Space Flight Center della Nasa, un organismo che raccoglie dati globali su NO2 e vari inquinanti atmosferici da oltre 15 anni.

Un vistoso calo di NO2, ha affermato ancora Liu, riferisce il Guardian, c’è stato in diversi paesi durante la recessione economica iniziata nel 2008, ma allora il calo era stato graduale. Gli scienziati hanno anche osservato una significativa riduzione intorno a Pechino durante le Olimpiadi del 2008, ma i livelli di inquinamento sono nuovamente aumentati dopo la fine dei Giochi.

Certo, in queste settimane l’utilizzo di carbone nelle centrali elettriche è sceso al minimo, così come le attività delle raffineria di petrolio nella provincia di Shandong e allo stesso tempo c’è stata una drastica riduzione dei voli nazionali e internazionali. Bisognerà vedere quando il virus sarà finalmente sconfitto e le attività ritorneranno alla normalità come andranno le cose. Per il momento, però, questi dati rappresnetano una sorta di consolazione.

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