Il mondo ha paura, il Giappone chiude tutte le scuole

Passegeri indossano la mascherina in un treno a Tokyo.
Passegeri indossano la mascherina in un treno a Tokyo. (ANSA- EPA/FRANCK ROBICHON)

PECHINO.  – La paura corre veloce nel mondo alimentata con forza dall’epidemia del coronavirus, “giunta a un punto decisivo”. Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ne ha ribadito oggi il “potenziale pandemico” e ha ricordato come la diffusione in “Iran, Italia e Corea del Sud ci mostra di cosa sia capace il virus”. Ghebreyesus ha espresso ancora fiducia sulla possibilità di contenimento, rifacendosi sempre al “messaggio che arriva dalla Cina. Ancora una volta, non è il momento di farsi prendere dalla paura. É il momento di agire per prevenire le infezioni e salvare vite” con le “cose giuste per combattere questo virus molto pericoloso”.

Una raffica di misure straordinarie ha però alzato il livello di allerta percepita in molti Paesi: l’Arabia Saudita ha bloccato gli enormi pellegrinaggi nei luoghi sacri dell’Islam a causa dell’esplosione dei casi di contagio in Iran (245 casi, tra cui la vice presidente Masume Ibtikar, e 26 morti), mentre Iraq e Giappone (negli sforzi per salvare le Olimpiadi di Tokyo 2020) hanno deciso la chiusura delle scuole.

L’allarme cresce su scala planetaria quando la Cina non è più la principale fonte di diffusione del Covid-19: con l’impennata di 505 nuovi casi riportati oggi, la Corea del Sud ha superato i 433 annunciati da Pechino, salendo al totale di 1.766, ha detto il Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc). I morti complessivi si sono portati a quota 13. Mentre in Italia le infezioni hanno avuto un balzo a 650, con quasi 20 decessi.

Il coronavirus ha causato nel mondo più di 2.800 morti, di cui 2.744 solo in Cina, e un’infezione globale di oltre 81.000 casi sparsi in 45 Paesi. Afghanistan, Pakistan ed Estonia hanno avuto i primi contagi da persone che hanno viaggiato in Iran.

In Giappone, dopo le evidenti difficoltà nella gestione della nave da crociera Diamond Princess, i dati ufficiali hanno segnato 186 infezioni e 4 decessi. Mentre una donna è risultata recidiva al test dopo una prima guarigione.

Il presidente Usa Donald Trump ha ridimensionato i timori di epidemia, mentre in California è emerso il primo caso di dubbia origine: “Penso che ci sia una possibilità che possa peggiorare, una possibilità che potrebbe peggiorare in modo sostanziale, ma nulla è inevitabile”. Mentre il presidente francese Emmanuel

Macron ha ammesso che la Francia, il Paese più visitato al mondo, deve preparasi a un salto del contagio. La Cina, con i decessi scesi a 29 e ai minimi da gennaio, spera di poter domare il coronavirus per fine aprile. Pechino “è fiduciosa di avere il controllo dell’epidemia, in termini generali, entro la fine di aprile”, ha detto Zhong Nanshan, pneumologo a capo del team di esperti medici della Commissione sanitaria nazionale.

“La parola chiave di oggi per il mondo di oggi è diffusione. La Corea del Sud ha riportato 505 nuovi casi in 24 ore. In Iran, due funzionari senior, inclusa la vicepresidente, sono stati confermati avere il coronavirus. Sono tutti segnali che indicano che l’epidemia è seria e sta andando fuori controllo”, ha riassunto in serata su Twitter Hu Xijin, editor-in-chief del Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo, voce del Partito comunista. La Cina non è più l’unico grande malato.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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