Astaldi: piano e concordato hanno il sì dei commissari

Sede della compagnia di costruzione Astaldi a Roma
Sede della compagnia di costruzione Astaldi a Roma. (ANSA)

MILANO.  – Piano e proposta di concordato per Astaldi hanno ottenuto dai commissari giudiziali il parere positivo per la fattibilità giuridica ed economica. È contenuto nella relazione che i tre, Vincenzo Mascolo, Enrico Proia e Piergiorgio Zampetti, hanno depositato il 10 febbraio in Tribunale a Roma, nell’ambito della procedura di concordato preventivo in continuità aziendale diretta.

La proposta di concordato per Astaldi (+3% a Piazza Affari) aveva ottenuto il via libera dal Tribunale lo scorso 5 agosto nel contesto di Progetto Italia, ovvero la creazione di un polo delle costruzioni italiane per rilanciare il settore.

Per il progetto è in via di attuazione l’offerta di Salini Impregilo (+3% la chiusura di Borsa) a partire dal salvataggio appunto di Astaldi, col necessario sostegno di Cdp (attraverso Cdp Equity) e delle banche creditrici. Un’offerta che prevede, tra l’altro, un aumento di capitale da 225 milioni di Astaldi, riservato a Salini stessa. La proposta concordataria contiene inoltre un aumento di capitale per 98.653.846 euro, per la conversione in azioni dei debiti chirografari. Con i due aumenti di capitale Salini Impregilo sarà titolare del 65% del capitale, i creditori chirografari del 28,50% e gli attuali azionisti di Astaldi del 6,5%.

Nella proposta ci sono poi l’emissione di warrant per le banche finanziatrici di Astaldi, un eventuale terzo aumento di capitale, nell’ipotesi che emergano creditori chirografari non previsti, l’emissione di specifici warrant anti-diluitivi esercitabili da Salini per mantenere inalterata la quota di capitale e l’emissione, da parte di Astaldi, di strumenti finanziari partecipativi per i creditori chirografari.

La relazione dei commissari giudiziali ora definisce la proposta di concordato come “sicuramente più vantaggiosa per i creditori chirografari” rispetto allo scenario alternativo dell’amministrazione straordinaria, che, a differenza del concordato in continuità, “non è volta al migliore soddisfacimento dei creditori”. A riprova della bontà della decisione di scartare l’amministrazione straordinaria i commissari sostengono che quest’ultima aprirebbe “la possibilità di perdere le commesse acquisite, per un importo di backlog sicuramente superiore a 5 miliardi, con contemporanea perdita delle garanzie in essere, pari attualmente a 4,4 miliardi”.

Passo successivo sarà adesso l’adunanza dei creditori convocata per il 26 marzo per l’approvazione della procedura concordataria. Preliminari saranno le assemblee degli obbligazionisti Uk da 140 milioni di euro e Usa da 750 milioni per deliberare sulla proposta, a Roma il 25 febbraio, 10 marzo e 24 marzo (in prima, seconda e terza convocazione).

Assemblee che il Comitato bondholder Astaldi, che rappresenta 70 milioni di euro degli investitori in obbligazioni Astaldi scadenza 2020 e 2024, ha chiesto di revocare, non ritenendole competenti “a decidere, a maggioranza, quale voto il loro rappresentante dovrà esprimere nell’adunanza dei creditori”.

(di Claudia Tomatis/ANSA)

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