61 contagiati su nave Giappone, italiani stanno bene

Entrata della zona militare della Cecchignola a Roma dove sono in quarantena i 67 passeggeri italiani rientrati da Wuhan.
Entrata della zona militare della Cecchignola a Roma dove sono stati messi in quarantena i 67 passeggeri italiani rientrati da Wuhan. (ANSA)

PECHINO. – La notizia positiva è che i 35 italiani, di cui 25 membri dell’equipaggio con il comandante Gennaro Arma, stanno “tutti bene” sulla Diamond Princess, la nave da crociera della Carnival Japan attraccata nella baia di Yokohama dove i contagi da coronavirus sono schizzati a 61 (41 nuovi casi) tra le quasi 3.700 persone a bordo che sono in quarantena da giorni.

“Al momento non ci sono novità rispetto a ieri. Tutti noi siamo in paziente attesa che trascorrano i giorni di quarantena, fino al 19 febbraio, con la speranza che non ci siano altri casi”, ha detto la signora Marianna, moglie del comandante della nave, confidando di aver trascorso un’altra giornata sentendo il marito per avere sue notizie e quelle dei passeggeri.

“La situazione è tranquilla e i connazionali sono in buone condizioni”, ha spiegato all’ANSA un’autorevole fonte da Tokyo, osservando che la vicenda “è complicata viste le migliaia di persone coinvolte. Il pallino, con la nave ferma a Yokohama, è di sicuro nelle mani delle autorità giapponesi” perché le modalità del trasferimento successivo dei viaggiatori sono da chiarire.

La questione non è semplice: ai passeggeri non nipponici provenienti da Hong Kong sarà negato l’ingresso in Giappone, ha chiarito ieri il premier Shinzo Abe, perché una persona a bordo è pur sempre sospettata di essere infettata dal coronavirus. Per questo, il governo è pronto ad adottare nuove misure contro la diffusione del virus usando i fondi di emergenza del Budget statale, ha chiarito oggi Abe, confermando l’alto livello di guardia di fronte all’emergenza.

I contagiati sulla nave sono stati ovviamente tutti portati negli ospedali in diverse prefetture. Tra i nuovi casi accertati ci sono 21 giapponesi, 8 americani, 5 australiani, 5 canadesi e un cittadino a testa di Argentina e Gran Bretagna.

L’epidemia nel frattempo continua ad avanzare, avendo nella Cina il suo epicentro, sebbene dopo il picco di quasi 4.000 nuovi contagi registrati in un solo giorno il 5 febbraio, record assoluto dall’inizio dell’epidemia, gli ultimi dati pubblicati mostrano che il numero di nuovi casi confermati è calato per due giorni consecutivi. Sono 31.264 i contagi complessivi nel Dragone, di cui 3.204 nuovi casi e 482 in condizioni gravi, mentre i morti salgono a 638, di cui solo 73 contati a partire da ieri. L’Hubei di vittime ne annovera 618. Le guarigioni sono 1.753.

In tutto il mondo, infine, si stanno esaurendo le mascherine e gli altri strumenti di protezione dall’epidemia: l’allarme è stato lanciato dal direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Il mondo deve far fronte ad una carenza cronica di equipaggiamento per la protezione personale”, ha spiegato da Ginevra.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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