Coronavirus: a Prato paura e negozi cinesi in crisi

Virus Cina: irruzione di Carabinieri e vigili in bisca a Prato con mascherine protettive.
Virus Cina: irruzione di Carabinieri e vigili in bisca a Prato con mascherine protettive. (ANSA)

PRATO. – Apprensione per la salute dei connazionali rimasti in patria e per l’economia cinese a Prato. Nella Chinatown che ospita la comunità orientale più densa d’Europa – 20mila cinesi su un totale di circa 200mila abitanti – si fanno i conti con le conseguenze della lotta al coronavirus.

Le mascherine nelle farmacie sono esaurite per via del diffondersi della paura: a comprarne in quantità maggiore, però, sono soprattutto cittadini italiani, dato che molti orientali, anche in mancanza di emergenze, utilizzano questa precauzione come prassi per sé e per gli altri. Vista la grande richiesta le mascherine sono comparse anche sui banconi di alcuni ferramenta della città.

Ci sono poi diversi cittadini cinesi che abitano e lavorano in città che erano partiti per festeggiare in patria il Capodanno cinese ed ora sono rimasti bloccati in Cina. “Il danno economico legato alla chiusura dei trasporti aerei è grandissimo, ma pesa meno rispetto al rischio per la salute delle persone: “Qui – spiega Luigi Yu, segretario dell’ associazione economica cinese in Italia ‘Wencheng’ – siamo tutti preoccupati per i nostri familiari e amici che sono partiti per le festività del Capodanno e sono rimasti bloccati in Cina”.

Proprio per l’inizio dell’anno del topo, per domani e dopodomani, erano previste a Prato le tradizionali sfilate del Dragone che sono state annullate dal tempio e dalla ‘Associazione dell’amicizia Italia-Cina’ in segno di solidarietà con la madrepatria. Il tempio rimarrà comunque aperto tutto il fine settimana e nel quartiere si svolgeranno alcuni eventi artistici collaterali.

Il segretario dell’associazione ‘Wencheng’ spiega anche come negli ultimi giorni la maggior parte delle attività economiche cinesi della città abbiano già subito un pesante arresto. “È difficile calcolare l’impatto di questa escalation. Qui i ristoranti cinesi, ad esempio, sono già tutti in crisi. Purtroppo lo stop dei voli non fa che peggiorare la situazione. Se non cambia qualcosa in un mese in tutti settori sarà un disastro. Ora – conclude Luigi Yu – speriamo tutti che il vaccino sia prodotto nel più breve dei tempi”.

A complicare un clima già teso ci sono gli episodi d’intolleranza che in queste ore subisce la comunità. Per questo è nato un osservatorio contro gli episodi di razzismo e contro le violenze verbali. Ad attivarlo è stato il tempio buddista ‘Pu Hua Si’ di Prato.

Il suo segretario, Davide Finizio, si è fatto carico di raccogliere e trascrivere le eventuali segnalazioni episodi di intolleranza legati alla paura della diffusione del coronavirus: ce ne sarebbero già alcune. Intanto l’amministrazione comunale, guidata dal centrosinistra, ha detto ‘no’ alla richiesta, giunta da due consiglieri dell’opposizione, di convocare una seduta straordinaria del Consiglio comunale tutta dedicata al coronavirus.

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