Giustizia lumaca, oltre tre milioni le cause civili pendenti

Una toga appesa
Giustizia: Tribunale, una toga appesa

ROMA. – Tempi ridotti di qualche giorno per lo smaltimento dei processi civili rispetto allo scorso anno, ma sono pur sempre pendenti oltre tre milioni e 312mila cause che turbano il sonno dei cittadini in attesa di risposte, una ‘stagnazione’ che intralcia “le attese dell’economia”.

La giustizia lumaca continua ad essere sotto i “parametri” europei. Lo ha rilevato, inserendosi nella sfilza di lamenti dei suoi predecessori, il Primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Preoccupazione anche per gli oltre 10mila ricorsi dei migranti che chiedono la protezione internazionale: tutti faldoni precipitati sugli ‘ermellini’ per effetto del decreto Minniti del 2017 che ha abolito i ricorsi in appello facendo confluire le impugnazioni direttamente in Cassazione.

Questi reclami di persone straniere in fuga che vogliono restare in Italia ed evitare il foglio di via, erano 856 (2,8% dei ricorsi civili) nel 2017, sono passati a 5221 (14,1%) nel 2018, per lievitare a 10366 (26,7%) nel 2019. Con l’arrivo di questo ennesima ‘montagna’ di incartamenti la Suprema Corte, che da poco aveva rialzato la testa dal monumentale arretrato tributario, è “oltremodo gravata”, ha puntualizzato Mammone.

Un’altra fonte di intasamento si attende per l’arrivo di circa 20-25mila processi che non si prescriveranno più in appello dopo l’entrata in vigore della riforma Bonafede sulla prescrizione. Si riverseranno sul ‘Palazzaccio’ dove attualmente, a ritmo record, in sei mesi si smaltisce l’arrivo dei ricorsi penali.

Tra gli altri dati ricordati, questa volta dal Pg Giovanni Salvi, ci sono il 21% dei processi che si concludono con assoluzioni, “un dato ben diverso da quello da cui ha preso le mosse il dibattito politico”, che indicava al cifra infondata del 50%.

Quanto ai processi alle toghe, il Pg – che insieme al Guardasigilli è uno dei titolari dell’azione disciplinare – informa che “nel 2019 sono state esercitate in totale 156 azioni disciplinari (in netto incremento rispetto all’anno precedente, quando erano state 116, con un aumento del 34,5%), di cui: 73 per iniziativa del Ministro della Giustizia (nel 2018 erano state 60, con un aumento del 21,7%); 83 per iniziativa del Procuratore generale (erano 56 nel 2018, con un aumento del 48,2%)”.

Ma le notizie di reato arrivate al ‘Palazzaccio’ sono state molte di più, ben 1898 – ha dichiarato Salvi – il grosso delle quali si è rivelata infondata. La metà delle incolpazioni (50,8 per cento) riguarda le violazioni del dovere di correttezza, il 37, 4 per cento della diligenza e l’11,8 per cento comportamenti al di fuori dell’attività giudiziaria. Desta sempre allarme, tanto da essere definita una “emergenza nazionale”, la violenza dei femminicidi che nell’ultimo anno ha mietuto 103 vittime su un totale di 297 omicidi.

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