Coronavirus, la crociera finisce in incubo: “Attesa nella paura”

Alcuni passeggeri della nave da crociera 'Costa Smeralda' sul ponte della nave in attesa di sbarcare a Civitavecchia.
Alcuni passeggeri della nave da crociera 'Costa Smeralda' sul ponte della nave in attesa di sbarcare a CivitavEPA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Stesi a terra sulla moquette dei corridoi con le valigie e gli zainetti a fare da cuscino, stravaccati sui tavoli o chiusi in cabina terrorizzati. Di fronte a loro nessuna notizia ufficiale, solo le voci di passeggeri che riuscivano a trovare la linea internet comunicando così all’esterno, magari con tweet di protesta, il loro disagio.

E’ l’epilogo di “una vacanza finita nell’incubo” per i seimila turisti che rientravano da una crociera, bloccati per ore sulla nave ‘Costa Smeralda’ nel porto di Civitavecchia per il caso sospetto di coronavirus. Una psicosi nella psicosi per i crocieristi, isolati in attesa dei risultati delle visite mediche sulla coppia di cittadini di Hong Kong a bordo, in particolare della donna febbricitante.

“Dalla nave, a parte i medici, non scende e non sale nessuno – spiegava qualcuno al telefono, riferendo notizie dalla pancia della ‘Costa Smeralda’ – L’unica cabina isolata è quella della coppia di cinesi, loro sono chiusi lì con i medici. E qualcuno che ha l’influenza è rimasto in cabina. È una vacanza che rischia di finire come un incubo, speriamo di scendere presto. Siamo arrivati in mattinata, tornando da Palma di Maiorca”.

Il diario di bordo dei crocieristi è stato affidato ai social, raggiunti da quei pochi fortunati riusciti a prendere la linea internet. “Siamo bloccati in nave Costa senza sapere il motivo (ufficialmente)”, si legge in un messaggio twittato poco prima della salita dei medici a bordo.

E sulle bacheche virtuali comparivano le prime foto scattate dall’interno della nave: persone sfiancate che affollavano gli spazi con i propri bagagli e foto delle immagini delle forze dell’ordine sulla banchina del porto scattate dall’alto.

“Non abbiamo informazioni dentro la nave”, spiegavano altri al telefono lamentando il disagio. E nelle ore la paura lasciava il passo alla psicosi. “Prendiamo i pasti tutti insieme negli spazi comuni e non sappiamo se qualcuno è infetto. Non ci sono stoviglie monouso”, raccontava Liborio Iervolino, un crocerista pugliese che proprio oggi avrebbe dovuto lasciare la nave con la famiglia.

Nelle tv della hall, forse per evitare di agitare inutilmente gli animi, nessuna informazione: “Nelle sale i televisori trasmettono pubblicità, noi vorremmo vedere i tg e capire che cosa succede”. Prima di attraccare a Civitavecchia, durante il suo tour la ‘Costa Smeralda’ aveva portato i crocieristi a Marsiglia, Barcellona e Palma di Maiorca.

Tanti i turisti venuti dall’estero, come la stessa coppia arrivata da Hong Kong all’aeroporto Malpensa di Milano lo scorso 25 gennaio poi diretta a Savona per imbarcarsi assieme ad altri 374 dei 751 loro connazionali saliti a bordo.

Ma c’è anche chi ha cercato di combattere l’attesa snervante e la preoccupazione crescente con sarcasmo. Come un turista francese che anzichè affidare ai social lamentele o terrore twittava ironico dalla nave: “La crociera mi stressa”.

(di Lorenzo Attianese/ANSA)

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