Conte riparte dal metodo, passo felpato per “tenere” il M5s

Un momento dell'incontro tra governo e sindacati a palazzo Chigi sul taglio del cuneo fiscale, Roma,
Un momento dell'incontro tra governo e sindacati a palazzo Chigi sul taglio del cuneo fiscale, Roma, 17 gennaio 2020. Presenti il premier Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e la viceministra Laura Castelli, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, ed i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. (ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI - FILIPPO ATTILI)

ROMA. – Per riannodare i fili, si riparte daccapo. Dal metodo, da come parlarsi e collaborare. Giuseppe Conte mette attorno a un tavolo i capi delegazione dei partiti di maggioranza, come promesso, per avviare la “fase due” del governo e rifare il cronoprogramma.

L’orizzonte è una navigazione che, dopo la sconfitta di Salvini in Emilia Romagna, può davvero aspirare a toccare il traguardo della legislatura. La ricetta prevede anche più coinvolgimento dei parlamentari. Il premier conferma in cima alla sua agenda temi come la riforma fiscale, la lotta all’evasione, la sostenibilità ambientale, la sburocratizzazione.

Ma tanto è cambiato. Al tavolo convocato alle 18.30 di giovedì sera siederanno, come prima, Dario Franceschini per il Pd, Roberto Speranza per Leu, Teresa Bellanova per Iv. La novità è che di fronte hanno Alfonso Bonafede, non Luigi Di Maio, e sullo sfondo un M5s in piena crisi.

L’altra novità è che il Pd ha più forza nell’esigere che il governo cambi passo e rompa tabù come l’idea di fare un “tagliando” a quota 100 e al reddito di cittadinanza o di scrivere un nuovo decreto sicurezza.

La discontinuità, insomma. Per farlo, sia il premier che gli alleati scelgono un passo felpato, per non sottoporre ad altro stress i Cinque stelle, già sull’orlo di una crisi di nervi. C’è da un lato Franceschini a spiegare che il M5s ha “bisogno di tempo”, dall’altro Roberto Fico ad assicurare che c’è l’unità necessaria ad arrivare fino a fine legislatura. E c’è Conte che, pur lavorando ormai apertamente – anche a costo di irritare un pezzo di Movimento – da federatore di un campo “progressista” alternativo alla destra, non smette i panni del mediatore, capace di dare tempo al tempo.

Incalzano però i dossier, per i quali tempo non c’è. Sulla revoca della concessione ad Autostrade e la prescrizione bisognerà decidere cosa fare entro la prossima settimana, quando in commissione alla Camera si dovranno affrontare alcuni emendamenti Iv ad alto rischio.

E poiché Matteo Renzi, che nel weekend riunirà la prima assemblea nazionale di Italia viva, non sembra voler deporre le armi, bisognerà cercare ancora una volta di sminare. Perciò c’è chi nel Pd ipotizza soluzioni intermedie come la revoca parziale della concessione ad Autostrade o un percorso parlamentare per le norme sulla prescrizione.

Ma le difficoltà interne al Movimento non aiutano: i Cinque stelle, anche per mostrare cedimenti, mostrano posizioni rigide su entrambi i temi.

Il primo dossier sul tavolo di Conte, al ritorno da una visita istituzionale a Sofia, sarà però il difficile accordo con Arcelor Mittal sull’ex Ilva. La prima scadenza è il 31 gennaio. Dopo aver riunito i capi delegazione il premier potrebbe dedicarsi proprio a questo tema, con una bozza di lavoro di cinque pagine a fare da base e il nodo da risolvere degli esuberi e dell’ingresso di Invitalia.

Con i rappresentanti dei partiti Conte potrebbe parlare anche di prescrizione e Autostrade. Ma soprattutto, dovrebbe definire il metodo di lavoro con cui arrivare a darsi un programma di legislatura, più dettagliato e ampio di quello siglato la scorsa estate.

Il Pd mette in cima alla sua agenda una riforma dell’Irpef “equa”, una ambiziosa riscrittura dei decreti sicurezza e un “tagliando” a quota 100 e un “miglioramento” (dice il ministro Roberto Gualtieri) del reddito di cittadinanza, insieme a temi come quello ambientale.

Il Movimento 5 stelle, come ricorda il capogruppo alla Camera Davide Crippa, l’introduzione del salario minimo orario e la legge sul conflitto di interesse. Leu pone l’accento sulla revisione del Jobs act. E Iv su giustizia e sul “piano shock” per le infrastrutture.

Un articolato tavolo con il coinvolgimento dei capigruppo in commissione dei partiti potrebbe servire a entrare nel merito. Ma fin dai capitoli, emergono i primi problemi. Perché si tornerà a parlare della possibilità – il Pd è a favore – di modificare alcune aliquote Iva. E perché i 5s, sui quali Di Maio esercita ancora un peso, non intende smentirsi e già avverte che si può pure migliorare ma dal reddito di cittadinanza “non si torna indietro”.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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