Maltempo e clima pazzo tagliano raccolti agricoli

Un campo di granturco iandato n rovina per la siccitá.
Un campo di granturco iandato n rovina per la siccitá. (ANSA)

ROMA. – Il clima pazzo e i sempre più frequenti eventi meteo estremi in una fabbrica a cielo aperto quale è l’agricoltura presentano un conto pesante al settore primario italiano: una vendemmia 2019 in vistoso calo, segno meno nella raccolta della frutta, mentre l’olio va in una netta ripresa a compensare il crollo dell’anno precedente. La stima preliminare dell’andamento del settore agricolo per il 2019, diffusa oggi dall’Istat, indica lungo lo Stivale una produzione ridotta dell’1,3% in volume.

“La flessione – secondo l’Istituto di statistica – è stata determinata principalmente da fattori climatici sfavorevoli”.  Nel dettaglio, evidenzia l’Istat, “risultati decisamente negativi si sono registrati per la produzione di vino, diminuita del 12,0% dopo l’exploit del 2018, quando era aumentata del 14,3%” in una annata molto generosa.

Hanno subìto cali rilevanti i settori frutta (-3,0% contro il +1,4% del 2018), cereali (-2,6%, +3,5% nel 2018), piante industriali (-1,6% contro +7,0% del 2018) e produzione zootecnica (-0,3%, -0,5% nel 2018). Al contrario, il 2019 è stato un anno favorevole per la produzione di olio, cresciuta del 32,0% dopo il crollo registrato nel 2018 (-36,9%). Per laministra delle Politiche Agricole l’agricoltura si cura con l’agricoltura: “le zone interne – ha detto in un incontro a Rimini – possono contribuire a rafforzare non solo il tessuto produttivo, ma anche le politiche di contrasto alla crisi climatica”.

Ma secondo un recente studio McKinsey “il mite  Mediterraneo diventerà più caldo, e si prevede che il clima di Madrid nel 2050 assomigli al clima odierno a Marrakech. Gli agricoltori hanno già visto diminuire i loro raccolti ed è prevedibile che questa tendenza continuerà portando aree conosciute per la qualità del loro vino a perdere vocazione e importanza nell’atlante mondiale della viticoltura”. Da qui l’urgenza di politiche di adattamento. Intanto Alleanza cooperative evidenzia i danni del clima sul comparto ortofrutticolo con pere, mele, kiwi, pesche e nettarine, in calo anche per la cimice asiatica.

“Da una decina di anni – lamenta – a causa dell’innalzamento delle temperature molti insetti provenienti da altri continenti hanno invaso anche il nostro Paese arrivando a distruggere il 60-70% del raccolto”. In questo contesto, in termini di valore aggiunto, nella stime Istat,

l’Italia si conferma al primo posto con 31,9 miliardi di euro davanti a Francia (31,0 miliardi di euro) e Spagna (26,5 miliardi di euro). Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini chiede all’Europa “investimenti per consentire alle imprese di svolgere un ruolo essenziale nel presidio territoriale, nel contrasto alla crisi climatica e contro il dissesto idrogeologico in un percorso di grande supporto al Green Deal”.

(di Alessandra Moneti/ANSA)

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