Al via l’esame della Giunta sul caso Gregoretti, forse un rinvio

Matteo Salvini
Matteo Salvini. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – La Giunta delle immunità del Senato entra nel vivo del caso Gregoretti per decidere sull’autorizzazione a procedere, chiesta dal tribunale dei ministri di Catania nei confronti di Matteo Salvini quand’era alla guida del Viminale. Sul tavolo dei 23 senatori nel complesso barocco di Sant’Ivo alla Sapienza, c’è la memoria scritta presentata dal leader della Lega.

Nove pagine per difendersi dall’accusa di sequestro di persona contestata dal tribunale ma su cui la procura catanese ha chiesto l’archiviazione. Nel dubbio, il diretto interessato insiste: “Se vogliono mandarmi in galera, non trovano un uomo preoccupato ma orgoglioso di aver difeso i confini. Io al governo rifarei lo stesso”, ammonisce a Radio 24.

Ma in attesa del verdetto della Giunta, previsto il 20 gennaio, nei corridoi parlamentari corre voce di un rinvio del voto a dopo le regionali del 26 gennaio. Del resto i 30 giorni a disposizione della Giunta, e che scadono attorno al 20 gennaio, non sono un termine perentorio, mentre sono rilevanti i 60 giorni entro i quali deve esprimersi l’aula del Senato per il voto definitivo.

Il rischio – secondo alcuni – è che la ‘condanna’ della Giunta possa creare un effetto ‘martire’ attorno al ‘capitano’, con un boom di consensi a una settimana dal voto cruciale in Emilia-Romagna e in parte in Calabria. Troppo rischioso, insomma. In ogni caso, perché il voto slitti deve esserci una richiesta motivata da parte dei senatori della Giunta. Poi deciderà l’ufficio di presidenza.

Niente di concreto, al momento, per il presidente della Giunta, il senatore Maurizio Gasparri che continua a lavorare sul caso e in particolare sulla proposta che dovrà fare in quanto relatore. Quindi taglia corto e assicura che i tempi per una discussione approfondita ci sono. Il calendario fissato a dicembre conta 5 riunioni, compresa quella finale e due sono di lunedì, quando in genere non si riunisce l’Aula.

Considerando che ogni senatore ha 10 minuti per intervenire, non è il tempo a mancare. In ogni caso, nel pomeriggio la Giunta potrebbe ‘limitarsi’ a prendere atto della memoria di Salvini con qualche commento e far partire la discussione direttamente sulla proposta del relatore, che potrebbe esser pronta entro fine settimana.

Sulla carta comunque i numeri sembrano chiari e più orientati a mandare a processo il leghista. Sarebbero infatti 13 i ‘sì’ (M5s, Pd, Iv e probabilmente i tre senatori del Misto) e 10 i contrari, tutti del centrodestra. Parecchi però tacciono in attesa di leggere tutte le carte. I 5Stelle si riuniranno per fare il punto sulla questione.

A far pendere la bilancia da una parte all’altra è la somiglianza o meno con il caso Diciotti che portò Salvini davanti alla Giunta un anno fa. Anche allora la sua versione fu che il mancato sbarco dei migranti era stata un’azione collegiale del governo.

Stavolta però nella sua difesa manca l’endorsement scritto del premier e dell’allora vicepremier Di Maio. Ci sono invece le mail dei dirigenti di vari ministeri che dimostrano – secondo Salvini – che tutto il governo sapeva, Conte compreso.

(di Michela Suglia/ANSA)

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