De Rossi, addio al calcio: “Devo stare con la mia famiglia”

Daniele De Rossi, con la maglia del Boca Juniors, festeggia il suo primo gol in Argentina.
Daniele De Rossi, con la maglia del Boca Juniors, festeggia il suo primo gol in Argentina.

ROMA. – Non è da tutti dire addio due volte. Ma per Daniele De Rossi il mondo del calcio farà un’eccezione. A 36 anni compiuti l’ex centrocampista della Roma e della Nazionale, lascia il Boca Juniors, dove era arrivato a luglio, e soprattutto il calcio giocato e dice addio a un pezzo della sua vita.

Per lui la decisione, presa fondamentalmente per motivi familiari, non è stata certo facile. “Ci pensavo da ottobre-novembre – ha detto oggi – e la notte tante volte non ci dormivo. Lasciare il calcio giocato per me è stato molto difficile, ma ora voglio rimanere in questo mondo e allenare”.

Il penultimo campione del mondo 2006 a smettere (tra i ‘sopravvissuti’ resta solo Buffon) ha anche stabilito un primato, sul quale, in conferenza stampa, ha anche scherzato sopra: “E’ stato strano: sono stato il primo – ha detto sorridendo – a fare le visite mediche sapendo già che avrei smesso di giocare”.

I motivi, come hanno sottolineato dal Boca, sono stati personali e non certo legati a presunti dissidi con qualcuno nel club e in particolare con la nuova dirigenza. “Tutti mi hanno accolto come un fratello, e qui lascio una parte del mio cuore”, ha sottolineato DDR, mentre il presidente del Boca ha spiegato che “dobbiamo salutare Daniele, ma non è per motivi calcistici o per mancanza di affetto. In questo poco tempo ho conosciuto un grande essere umano e basta guardarlo in faccia per capire quanto sia onesto”.

Insomma, i motivi per cui De Rossi lascia il Boca sono familiari, la lontananza dalla famiglia e in particolare dalla figlia maggiore Gaia, 14 anni, avuta dalla prima moglie, che era stata affidata al padre e al quale l’ex romanista è legatissima (poco dopo aver dato l’addio alla Roma, la portò in viaggio premio a Londra per la promozione scolastica).

“Non voglio entrare nei dettagli – ha detto il campione del mondo 2006 – ma la mia figlia più grande, di un altro matrimonio, è rimasta in Italia e una ragazza ha bisogno che suo padre le sia vicino. In teoria, potrebbe essere in pericolo e io devo avvicinarmi. Qui siamo lontani, fare 14 di volo non è come andare in auto da Trigoria a casa mia. Se avessi avuto 25 anni avrei deciso in modo diverso, ma questo è”.

DDR è quindi un campione anche come padre, perché fino a nemmeno un paio di mesi fa voleva ancora giocare nel Boca, fino a dicembre 2020, e lo aveva confidato a un agente Fifa italiano, suo amico, che era andato a trovarlo al campo di allenamento del Boca.

Ora però saluta tutti, dopo 7 partite e un gol (in Coppa d’Argentina) con la maglia del Boca e seicento e 16 (ecco che il numero magico che gli ha scritto carriera e storia) con la Roma di cui è stato capitano non a lungo (prima era sempre quello Futuro, ma c’era Totti ed era giusto così) e bandiera per un ventennio.

Nella Roma aveva giocato, fino alla primavera, anche suo padre Alberto. Così, scartate le tante offerte arrivategli dalla Serie A (a cominciare dall’amico Montella che lo avrebbe voluto alla Fiorentina) e dall’Europa, aveva deciso di giocare “dall’altra parte del mondo”, per indossare una maglia che ha sempre amato “per via di Maradona e del fascino della Bombonera”, quella del Boca del suo amico Burdisso.

Adesso per DDR si potrebbe aprire una ‘seconda vita’ nella sua amata Roma. Uscito di scena mano nella mano alla contestazione che ha accompagnato James Pallotta in giro per mezzo mondo, De Rossi potrebbe tornare a Trigoria in un’altra veste: quella manageriale o tecnica, magari prendendo il posto del papà Alberto, il guru della Roma Primavera che lui per più di 20 anni ha plasmato e fatto vincere.

Visto che lui ha già detto che vorrebbe allenare, in molti si aspettano che il club giallorosso, specie se ci sarà il cambio di proprietà gli offra la panchina della principale squadra giovanile, quella che suo padre ha allenato per tanti anni e che, si dice, ora vorrebbe lasciare. Allora chi meglio di Daniele, al quale molti pronosticano un grande futuro anche da allenatore. Intanto ciao Boca, Gaia viene prima di tutto: applausi.

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