Migranti, abuso di potere: Tribunale dei ministri accusa Salvini

Matteo Salvini, vice premier e ministro dell'Interno, durante la trasmissione televisiva 'Porta a Porta' in onda su Rai Uno. Alle sue spalle un'immagine dei migranti sulla Diciotti.
Foto archivio: Matteo Salvini, vice premier e ministro dell'Interno, durante la trasmissione televisiva 'Porta a Porta' in onda su Rai Uno. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

CATANIA. – “Abusando dei poteri” da ministro dell’Interno avrebbe “privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo di nave Gregoretti Guardia Costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio” successivo, quando è giunta l’autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nel Siracusano.

E’ l’accusa contestata dal Tribunale dei ministri di Catania a Matteo Salvini nel chiederne l’autorizzazione a procedere per sequestro di persona. M5S in serata annuncia che voterà a favore dell’autorizzazione a procedere, al contrario di quanto fece con il caso Diciotti, quando era al governo con la Lega. La Procura distrettuale aveva chiesto l’archiviazione per Salvini.

“Il fatto che io rischi 15 anni di carcere per aver difeso i confini del mio Paese sulla scorta di accordi internazionali – commenta l’ex ministro – mi fa dire che in Italia c’è un problema. Io ringrazio la maggioranza della magistratura che è obiettiva, corretta ed indipendente. Ma c’è una parte che fa politica e butta soldi. Sono curioso di vedere che posizione terrà il M5s che sulla vicenda analoga di nave Diciotti votò contro l’autorizzazione a procedere”.

E la risposta di Di Maio non si è fatta attendere: “Qui non si stratta di fare o no un favore a qualcuno – chiarisce Maio – noi a gennaio o febbraio di quest’anno saremo chiamati a riconoscere l’interesse pubblico prevalente a bloccare una nave: ma stiamo parlando di una nave bloccata a luglio quando gli altri paesi europei che venivano chiamati si offrivano per la redistribuzione dei migranti”.

Lo sbarco avvenne infatti dopo che fu raggiunto un accordo per la distribuzione dei migranti in altri cinque paesi Ue e in strutture messe a disposizione da vescovi italiani. La Procura di Catania nella richiesta di archiviazione aveva scritto che “l’attesa di tre giorni non può considerarsi una illegittima privazione della ‘libertà'”, visto che le “limitazioni sono proseguite nell’hot spot di Pozzallo” e che “manca un obbligo per lo Stato di uno sbarco immediato”.

Inoltre, aveva osservato il pm, “le direttive politiche erano cambiate” e dal 28 novembre il Viminale aveva espresso la volontà di assegnare il Pos e di “farlo in tempi brevi”, giustificando “i tempi amministrativi” per attuare lo sbarco dei migranti “con la volontà del ministro Salvini di ottenere una ridistribuzione in sede europea”. Inoltre sulla nave “sono stati garantiti assistenza medica, viveri e beni di prima necessità” e “lo sbarco immediato di malati e minorenni”.

Tesi non condivisa dal Tribunale dei ministri che contesta a Salvini anche di avere “”determinato consapevolmente l’illegittima privazione della libertà personale” dei migranti “costretti a rimanere in condizioni psicofisiche critiche” sulla nave Gregoretti.

Per il presidente della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, è “inaccettabile tentare di processare chi, da ministro, ha difeso i confini del proprio Paese, promosso una politica di legalità e rispetto delle regole combattendo l’immigrazione clandestina”.

“Le scelte politiche – osserva Enrico Costa di Fi – devono rimanere tali e non sindacabili dalla magistratura, evitando interpretazioni stravaganti ed invasioni di campo”.

“Capisco la rabbia e la paura di Salvini – dice Nicola Fratoianni di Si-Leu – ma non possono esistere in democrazia spazi di impunità per alcuno”. “Io non so se Salvini sia colpevole o no – commenta Matteo Orfini del Pd – ma un ministro dell’Interno in una democrazia non può abusare del suo potere per privare delle persone della propria libertà”.

Il Tribunale dei ministri di Catania è lo stesso che il 24 gennaio scorso chiese al Senato l’autorizzazione a procedere contro Salvini per il ritardo di 5 giorni nello sbarco di 177 migranti dalla nave Diciotti nell’agosto 2018 nel capoluogo etneo. Ma Palazzo Madama bocciò la richiesta in aula dove la maggioranza adesso è cambiata. Si tratta dello stesso collegio che su un altro fascicolo aperto sul caso Diciotti nel marzo scorso ha disposto l’archiviazione nei confronti del premier Giuseppe Conte e dei ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli.

(di Mimmo Trovato/ANSA)

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