Conte: “Il governo avanti per il Paese”. Sale il pressing di Renzi

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Cdm
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa al termine del Cdm, Roma, 5 dicembre 2019. ANSA/FILIPPO ATTILI/US PALAZZO CHIGI

ROMA. – E’ il primo vertice di maggioranza post-Mes e, di fatto, post-manovra. Il primo vertice in cui il premier Giuseppe Conte tasterà in prima persona la voglia di andare avanti delle componenti del governo. Le 4 forze di maggioranza si vedono nella notte, con l’ok al Senato alla legge di bilancio in tasca.

E sul tavolo non ci sono solo il nodo dell’Autonomia, i dossier delle crisi aziendali e, probabilmente, quello delle nomine Rai: la riunione serve a fare un primo punto programmatico in vista dell’aggiornamento dell’agenda in gennaio.

“Sono qui per dare una prospettiva migliore al paese, non per staccare la spina”, assicura Conte in mattinata. E le sue parole sembrano dirette alla maggiorana stessa. In primis quel Matteo Renzi che al Senato chiede un cambio di passo e offre una sponda alla richiesta di Matteo Salvini di istituire un tavolo bipartisan.

Ma è sulla “pars costruens” che, in queste ore, si sta concentrando il capo del governo. L’esecutivo, è il suo ragionamento, ha superato tre scogli non secondari: il dl sulla Popolare di Bari, la manovra e la risoluzione sul fondo salva-Stati. Scogli oltrepassati con qualche perdita (nel M5S), con altissime tensioni tra i partiti e dentro i partiti ma con un margine di numeri che a Palazzo Chigi si reputa ancora solido.

Certo, a Palazzo Madama la maggioranza è in costante rischio. I 165 che hanno detto sì alla risoluzione sul Mes potrebbero assottigliarsi se, nel M5S, altri senatori verranno a mancare. E, non a caso, a Palazzo Madama si palesa Davide Casaleggio, rassicurando tutti sulla solidità del governo. Ma non basta.

Secondo diverse fonti – sebbene la notizia non sia confermata ufficialmente – nella Capitale arriverà Beppe Grillo. Il Garante del M5S potrebbe anche fare tappa al Senato, per sondare in prima persona le pulsioni anti-Luigi Di Maio nei gruppi. A Palazzo Chigi si monitora con attenzione sia lo stato di salute del M5S sia le mosse del leader di Italia Viva, attivissimo in queste ore.

“Il 2020 è l’anno delle scelte: o si fa sul serio o la crescita zero inghiottirà tutti”, attacca l’ex premier che invia al vertice di maggioranza il ministro Tersa Bellanova e il coordinatore del partito Ettore Rosato. “Se il governo dura? Fino a gennaio potete andare in vacanza”, sottolinea l’ex premier.

E a tanti non è sfuggita la sua reazione alla proposta della Lega di un comitato di salvezza nazionale sulle principali priorità del Paese. Renzi lascia a Salvini una porta di fatto socchiusa laddove M5S e Pd bocciano qualsiasi ipotesi di questo tipo, consapevoli che un sentiero proposto dalla Lega condurrebbe alla fine del governo o perlomeno del governo Conte 2.

Governo che, nelle prossime settimane, potrebbe contare anche su quel drappello di responsabili (centristi, azzurri tra quelli più lontani dai monitor leghisti) che già sulla risoluzione, probabilmente, sul Mes non ha strategicamente, partecipato al voto. Anche se Mara Carfagna, che in settimana lancerà la sua associazione, si dissocia da simili operazioni chiamandosi fuori da qualsiasi strategia pro-Conte.

Il premier, nel frattempo, cerca di spargere sicurezze. Al vertice di maggioranza “non c’è alcuna verifica”, spiega Conte che, nei contatti con Di Maio, concorda con il leader del Movimento di abbassare la temperatura della riunione. All’incontro, per il Pd, ci sono Dario Franceschini e Francesco Boccia, “padre” della bozza di riforma sull’Autonomia che vede il M5S ancora contrario. E, non a caso, il ministro per gli Affari Regionali apre la giornata con una avvertimento al M5S che in fondo riassume gli umori dei Dem: “basta semafori rossi o sarà game over”.

(di Michele Esposito/ANSA)

Lascia un commento