Mattarella: “Replicare alle forze irrazionali e istintive”

Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo Diplomatico
Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con il Corpo Diplomatico (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

ROMA. – “Contro la marcia delle forze istintive e irrazionali” l’unico antidoto è costruire una “solidarietà della ragione e del sentimento, della libertà e della giustizia, e infondere all’Europa unita quello spirito eroico di libertà e sacrificio che ha portato sempre la decisione nelle grandi ore della storia”.

Sergio Mattarella cita Alcide De Gasperi per dare corpo ad una allarmata riflessione che si rivolge alla compressione di concetti come multilateralismo, integrazione e libertà del commercio. Non cita mai la parola sovranismo il presidente della Repubblica e certamente il suo ragionamento supera i confini nazionali, rivolto come è al corpo diplomatico in Italia.

Si tratta infatti di considerazioni che hanno valore planetario, visto che le “forze istintive e irrazionali” conquistano adepti nei cinque continenti. Un’analisi di largo respiro che Mattarella costruisce su quello che considera il faro di questi ultimi 50 anni, cioè l’Unione europea.

Una Unione che deve risollevarsi e riproporre ambiziosamente il sogno dei Padri fondatori facendo “un salto di qualità”, tenendo presente che oggi “l’Unione europea rappresenta un punto di equilibrio, l’ancoraggio a valori che vedono al centro la dignità della persona, garanzie di diritto e certezze di tutela”.

E’ chiara la preoccupazione di Mattarella quando, dopo una disamina impietosa delle tensioni internazionali, del protezionismo dilagante e finanche dello svuotarsi del ruolo del Wto (l’organismo che regola il commercio mondiale), si rivolge così ai diplomatici riuniti al Quirinale per i tradizionali auguri di Natale: “conflitti e tensioni alimentano una crescente instabilità minando la capacità di cooperazione. L’ordine internazionale segna il passo con l’affacciarsi di una tendenza alla inversione della gerarchia tra valori universali e pretesi interessi nazionali”.

E’ proprio questo rovesciamento di gerarchie ad allarmare il capo dello Stato che non si stanca di ricordare invece quanto solo lo straordinario esperimento dell’Unione europea abbia permesso a centinaia di milioni di persone di poter essere fieri della qualità dei diritti umani e delle tutele ricevute in questi decenni.

Il presidente da tempo chiama la forza della ragione, l’importanza delle competenze per affrontare problemi complessi, la visione nel tempo, la lungimiranza. E mai come oggi vede invece risorgere ovunque nel mondo malattie del passato, tentazioni revisioniste, posizioni istintive, nonostante il pianeta sia sempre più interconnesso: “la difficoltà di gestione di questa fase di accentuata interdipendenza anziché indurre, come dovrebbe, a una seria riflessione su come affrontarla insieme, provoca fenomeni di rigetto, prese di distanza e illusoria fiducia nella possibilità di rifugiarsi nella protezione solitaria delle proprie comunità: tutto questo in presenza di fenomeni di dimensione globale”.

Ma non basta. Il capo dello Stato chiude la sua riflessione cercando di far capire quali possano essere poi le ricadute ai nostri confini: “l’indebolimento del sistema multilaterale e il parallelo sviluppo di diffuse tensioni devono destare allarme. E recenti sviluppi nel Mediterraneo – ha aggiunto Mattarella – rafforzano questa preoccupazione, con dinamiche che trasferiscono i contrasti dal terreno politico a quello economico, a quello della gestione delle risorse naturali, e viceversa”.

La Libia, per esempio: “solidarietà politica e comune visione in vicende come quelle che coinvolgono da troppo tempo la Libia sono indispensabili e sarebbero giovevoli”.

(Di Fabrizio Finzi/ANSA)

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