Emilio Buttaro e la “Voce” sulla rivista internazionale “Christopher”

L'apertura dell'intervista al nostro Emilio Buttaro
L'apertura dell'intervista al nostro Emilio Buttaro

CARACAS. – L’apprezzata rivista internazionale “Christopher Magazine – Italiani nel mondo” ha intervistato il nostro collaboratore dall’Italia Emilio Buttaro. Una chiacchierata molto scorrevole e interessante con il nostro corrispondente durante la quale si è focalizzata l’attenzione su “La Voce d’Italia”. Nel numero di “Christopher Magazine” da alcuni giorni online, in copertina c’è il premio Oscar Lina Wertmuller e poi all’interno tante storie, più o meno straordinarie, vissute anche fuori dai confini nazionali ma sempre con l’animo tricolore.

Al link http://www.christophermagazine.it/   è possibile consultare l’intera rivista. Ma ecco di seguito l’intervista al nostro brillante collaboratore Emilio Buttaro

 

Sono tanti i giornalisti che dall’estero raccontano l’Italia ma c’è anche chi, direttamente dal Bel Paese aggiorna i numerosi connazionali che vivono lontano, magari dall’altra parte del mondo. Emilio Buttaro, collaboratore di diverse testate italiane e straniere, presentatore di eventi nazionali è attivissimo soprattutto nei settori dello spettacolo e dello sport. Tra le sue corrispondenze anche “La Voce d’Italia”, uno dei più autorevoli giornali per gli italiani all’estero.Qui di seguito l’intervista:

Emilio, come nasce la passione per il giornalismo?

Ho sempre desiderato fare questo tipo di attività. I miei genitori raccontano che a tre anni pur non sapendo leggere conoscevo già i nomi di tutte le figurine di calciatori ‘Panini’ e facevo le telecronache oppure simulavo di fare delle interviste ai cantanti o agli attori.

Quando hai iniziato a fare il giornalista?

A sedici anni ho scritto i primi articoli per alcuni giornali della mia città, Reggio Calabria e poco prima della maggiore età collaboravo con l’unica emittente televisiva di allora sul territorio, con una radio seguitissima ed iniziavo a presentare le prime serate.

Di che periodo parliamo?

Metà degli anni ’80. Era un modo diverso di fare informazione.

Qualche ricordo particolare di allora?

“Nell’85 ero il giornalista più giovane accreditato al Festival di Sanremo, mi sembrava un sogno. Di quegli anni ho ricordi bellissimi legati alle interviste personalizzate con alcuni mostri sacri dello spettacolo e della tv come Adriano Celentano, Mike Bongiorno, Pippo Baudo. Poi nel ’90 mi sono trasferito in Emilia-Romagna dove vivo attualmente.

 

La copertina della rivista Christopher in cui è pubblicata l’intervista ad Emilio Buttaro

Quando hai iniziato a collaborare con i giornali rivolti agli italiani all’estero?

Poco più di vent’anni fa quando per un certo periodo ho dato una mano ai colleghi di Radio TV Capodistria una testata giornalistica storica. Per loro mi sono occupato principalmente di sport seguendo anche qualcosa della nostra Nazionale di calcio.

Hai collaborato ed anche attualmente corrispondi con prestigiosi giornali italiani ma ci dici qualcosa de “La Voce d’Italia”?

Sì è un quotidiano in lingua italiana fondato nel 1950 con redazione centrale a Caracas in Venezuela. Sicuramente rappresenta un autentico punto di riferimento per i numerosissimi nazionali che vivono in America Latina. Per loro seguo ormai da diversi anni le anteprime e le presentazioni alla stampa dei principali programmi ma anche delle più attese fiction della tv italiana. Tantissime le conferenze stampa a cui partecipo, soprattutto quelle di Rai e Mediaset.

I tuoi articoli vengono subito letti dagli italiani che si trovano in quei Paesi?

Ormai con le moderne tecnologie tutto è più veloce e può essere seguito quasi in tempo reale. Essendo abbinata a ‘La Voce’ anche la tv, realizzo e invio tempestivamente interviste in video ai principali protagonisti dello spettacolo di casa nostra, curando anche una rubrica sul campionato italiano di calcio.

Che significato dai alla tua collaborazione per chi vive così lontano?

E’ bellissimo portare un po’ di Italia agli italiani che si trovano dall’altra parte del mondo. Il Venezuela in particolare è un Paese che continua a vivere un momento davvero molto difficile ed attraverso questo ‘collegamento’ cerco di regalare qualche emozione o strappare un sorriso a chi si trova così lontano.

In che modo è cambiato il giornalismo nel corso del tempo?

Si è modificato parecchio ed a mio avviso non sempre in meglio. Credo sempre che il giornalismo debba essere un servizio, aiutare la gente a capire i fatti.

E’ vero che durante la conferenza stampa di “Striscia la notizia” a cui hai partecipato si è detto qualcosa di molto interessante sugli italiani all’estero?

Sì, come ogni anno ho preso parte all’incontro con i giornalisti del tg satirico di Antonio Ricci e nell’occasione ho chiesto a Michelle Hunziker se prima o poi farà l’inviata per gli italiani che vivono lontano dal nostro Paese. La brillante e bravissima conduttrice ha detto che sarebbe bellissimo avere un giorno un inviato che rappresenti gli italiani all’estero. Chissà….

 

 

Da giornalista a presentatore il passo è breve?

In realtà sono due cose distinte anche se riguardano sempre il campo della comunicazione. Una volta Mike Bongiorno a microfoni spenti mi disse che ‘fare il presentatore è bellissimo ma un bravo presentatore deve essere prima un bravo giornalista’. Diciamo che mi capita spesso di condurre eventi nazionali a teatro, nelle piazze o in qualche locale, ed in queste circostanze cerco sempre di dare un taglio giornalistico alla mia conduzione. Mi piacerebbe un giorno presentare qualche evento anche fuori dall’Italia dedicato ai nostri connazionali che vivono all’estero.

Tra tante interviste realizzate qual è quella che ti è rimasta più nel cuore?

Direi Pelè a Milano nel 2016 in occasione della presentazione del film a lui dedicato. Un’emozione incredibile per chi come me pensa a quel calcio come un calcio diverso, fatto di poesia e sentimenti.

 

 

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