Amazzonia: 87 aziende Ue, niente affari se Brasile deforesta

Alberi tagliati in una deforestazione nell'Amazzonia.
Alberi tagliati in una deforestazione nell'Amazzonia. (Ansalatina)

BRASILIA.  – In una lettera congiunta, 87 imprese europee hanno espresso la loro “preoccupazione” per la deforestazione dell’Amazzonia e hanno chiesto che venga mantenuta la moratoria sulla coltivazione della soia, in vigore da 11 anni, che impedisce la vendita di prodotti raccolti su terre disboscate ma che il governo di Jair Bolsonaro vorrebbe abolire ritenendola “assurda” e lesiva per il “libero” funzionamento del mercato.

La lettera sostiene la necessità che lo Stato brasiliano garantisca la continuità delle politiche contro la deforestazione affinché vengano “mantenuti gli affari con il Brasile”, rende noto il sito G1.

Tra le aziende che hanno firmato il documento vi sono la rete di supermercati Carrefour, il British Retail Consortium (Brc) e la Belgian Feed Association (Bfa).

La fine della moratoria sulla soia è stata ipotizzata da Bolsonaro in colloqui con i produttori agricoli. Anche il ministro dell’Agricoltura, Tereza Cristina, si è dimostrata critica nei confronti di tale moratoria.

Secondo Leah Riley Brown, del British Retail Consortium, la lettera delle 87 imprese europee ha “l’intenzione di dimostrare che la politica di moratoria è stata efficace”.

In un’altra lettera, questa inviata al ministero degli Esteri brasiliano, il consorzio britannico è stato ancora più esplicito: “Vogliamo continuare ad acquistare la soia, ma se la moratoria non verrà mantenuta le nostre attività in Brasile potrebbero essere a rischio”, è scritto nella missiva.

L’eventuale eliminazione della moratoria, così come il decreto di amnistia per gli agricoltori che hanno invaso le terre dell’Amazzonia – firmato questa settimana da Bolsonaro – sono “cattive misure per l’immagine del governo e per l’agroalimentare brasiliano”, ha dichiarato lo specialista ambientale, Sergio Abrantes.

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