Sale al 40% quota donne in cda; Visco: “Motore crescita”

Una manager donna presenta una esposizione in un consiglio d'amministrazione. (ilmessagero.it)

ROMA. – Sale al 40% la quota riservata alle donne nei cda delle società quotate. E spingere la partecipazione femminile al lavoro, davanti al confronto con Paesi come la Finlandia dove la 34enne Sanna Marin è appena divenuta primo ministro, diventa tema centrale per il rilancio della crescita: “motore fondamentale” per il governatore di Bankitalia Ignazio Visco.

Ad affrontare il “muro di cravatte” che spessissimo affolla i cda delle società italiane, è un emendamento alla manobra approvato dalla commissione Bilancio del Senato, prima firmataria Donatella Conzatti (Iv), che ha ottenuto un consenso trasversale: estende quanto previsto dalle legge del 2011

Golfo-Mosca che introduceva una ‘quota rosa’ di almeno un terzo per consigli di amministrazione e di controllo delle società quotate. “Lo abbiamo chiesto e sostenuto fortemente. Un altro passo nelle pari opportunità”, dice la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti.

Una misura che molte donne nemmeno vorrebbero, ma che serve a riequilibrare il “gender gap” in un Paese dove – secondo Visco – la parità di genere nel mondo del lavoro “è ancora lontana”.

Con un tasso di partecipazione femminile al 46%, il più basso fra i 28 paesi dell’Unione europea e un divario con i maschi di ben 17 punti percentuali persino nella fascia di età 25-34 anni.

Un fardello per l’economia, dato che – dice Visco – “la crescita potenziale prevista per i prossimi anni dipende fortemente dalle ipotesi circa la partecipazione femminile”.

Per Chiara Gribaudo, vice capogruppo del Pd alla Camera, “il lavoro delle donne dovrà essere centrale fra gli impegni da mettere in fila a gennaio”.

Donne che guadagnano significativamente di meno degli uomini, fanno più fatica a salire ai vertici. Soffrono – dice la vice direttrice generale di Bankitalia, accanto a Visco a un convegno sul gender gap – di “alcune differenze che gridano vendetta”, che partono dalla cultura della famiglia (secondo l’Eurobarometro il 51% degli italiani ritiene che il ruolo più importante delle donne sia l’accudimento, mentre in Svezia siamo all’11%) e arrivano ai colloqui di lavoro.

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