Conte apre a verifica governo a gennaio. Caos manovra

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, arriva al Rome Investment Forum 2019, Roma
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, arriva al Rome Investment Forum 2019, Roma, 9 dicembre 2019. ANSA / ETTORE FERRARI

ROMA. – Una verifica di governo a gennaio. Un tavolo per “tracciare una roadmap di governo chiara con le priorità e un cronoprogramma” per “governare fino al 2023”. Se qualcuno non ci sta, sarà quello il momento per dirlo. Lo ufficializza il premier Giuseppe Conte, rispondendo ad una sollecitazione del Pd, nel giorno in cui i partiti di maggioranza avviano una “maratona” prenatalizia assai impegnativa. E tesa.

Non c’è solo la trattativa sulla risoluzione di maggioranza sul Mes (su una prima bozza si cerca di convincere la fronda M5s). Si litiga sulle intercettazioni, con un tentativo M5s di rinvio che fa irritare il Pd. Ma è sulla manovra che l’allarme cresce. Perché al Senato si procede di rinvio in rinvio, senza neanche un voto.

I presidenti delle Camere si dicono “preoccupati” per la compressione dell’esame in Parlamento. E l’opposizione si prepara alle barricate: “Si rischia l’esercizio provvisorio di bilancio”, accusa la Lega. Nel giorno in cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella torna a porre l’accento sulla necessità di combattere l’evasione fiscale “indecente”, la maggioranza mostra qualche difficoltà a chiudere il testo della legge di bilancio.

Un tour de force di riunioni porta a un nuovo pacchetto di emendamenti dei relatori e un subemendamento del governo che riscrive la tassa sulla plastica, che partirà da luglio, la sugar tax al via da ottobre e anche la Robin tax al 3,5% sull’Ires dei concessionari di autostrade, porti e aeroporti. Tra le novità, c’è lo stop alla stretta sulle detrazioni delle spese sanitarie.

Ma il testo è ancora un work in progress: si cerca di recepire al Senato anche alcune delle modifiche che avrebbero dovuto fare i deputati, visto che la manovra arriverà alla Camera blindata. L’imperativo è approvare in Aula la manovra entro venerdì, per incassare il via libera definitivo entro l’anno (si cercherà di farcela prima di Natale).

Roberto Fico scrive a Elisabetta Casellati per esprimere “preoccupazione” per l’esame del Parlamento. E il presidente del Senato sottoscrive l’invito a dare spazio alle Camere di esprimersi. Il caos è tale che in Aula il capogruppo leghista Massimiliano Romeo evoca lo spettro dell’esercizio provvisorio di bilancio. In quella ipotesi si ricorrerebbe un decreto per bloccare l’aumento dell’Iva. Ma vorrebbe dire – spiega una fonte di maggioranza – che è saltato tutto, non solo la manovra ma il governo.

Dal governo assicurano che con calma ogni cosa andrà al suo posto. Poi, chiusa la manovra, Conte si dedicherà a definire il cronoprogramma che consenta alla maggioranza di andare avanti, con l’obiettivo di arrivare al 2023. E’ il Pd, con Goffredo Bettini, a spingere perché si faccia una vera e propria “verifica” di governo. “Lavoriamo con Conte a un’Agenda 2020”, dichiara Nicola Zingaretti. E a stretto il giro il premier dice che sì, l’idea Pd è anche la sua: “Mi farò portatore di questa iniziativa, è assolutamente necessario”.

L’asse tra Zingaretti e il premier è ormai “conclamato”, notano da Iv. Ma Luigi Di Maio afferma che il M5s “settimane fa” aveva chiesto di “stilare un’agenda” di priorità. Poi aggiunge: “Il governo deve andare avanti su temi come casa, sanità, lavoro”. Plaude da Leu Roberto Speranza. E anche Iv con Ettore Rosato si dice pronto a sedere al tavolo a partire “da taglio dell’Irpef e piano di shock di investimenti”, “purché – sottolinea – non sia un rito da prima Repubblica”.

Da qui all’appuntamento però altri nodi sono destinati a venire al pettine. Uno viene solo rinviato. Tra le pieghe del provvedimento Milleproroghe, che il governo ipotizza di inserire come emendamento alla manovra, spunta infatti un rinvio di sei mesi della riforma Orlando delle intercettazioni, da gennaio a giugno. I Dem non erano informati e si irritano parecchio. Perché sulle intercettazioni, come sulla prescrizione, si sta cercando una mediazione. Difficile e non scontata.

Telefonate di fuoco arrivano al ministro Alfonso Bonafede e via Arenula precisa che si trattava di una norma “solo cautelativa”: “Siamo aperti all’accordo”. Il Milleproroghe intanto non entra in manovra, ci sarà qualche giorno di più per discuterne.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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