M5s da soli in Emilia-Romagna e Calabria: “Non è voto sul Governo”

Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato.
Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e Dario Franceschini, Ministro della Cultura durante la discussione sulla fiducia al nuovo governo nell'aula del Senato, Roma 10 settembre 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

BOLOGNA. – Con lo stop a qualsiasi alleanza con il Pd pronunciato a Bologna da Luigi Di Maio, il quadro delle Regionali in Emilia-Romagna sembra essersi chiarito. Forse definitivamente, anche se tra i corridoi della politica non si esclude ancora qualche colpo di scena.

Sarebbe clamoroso, però. Il leader M5s è stato perentorio. “Non possiamo sostenere Bonaccini, perché il nostro Statuto ce lo vieta”, ha spiegato Di Maio, cercando di tamponare l’evidente rischio che si cela in questa scelta. Ovvero la tenuta stessa del Governo, in caso di vittoria del centrodestra: “L’Emilia-Romagna non può diventare un referendum sull’esecutivo, qui si eleggono solo il governatore e il consiglio regionale”, ha messo in chiaro Di Maio.

E se la porta ad un apparentamento con i Dem viene ben chiusa in Emilia-Romagna, lo stesso succede anche in Calabria. “Callipo? Smentisco qualsiasi accordo con il Pd in Calabria – ha scandito ad Agorà su Rai 3 lo stesso capo politico pentastellato -: quando parlo con Grillo e ci confrontiamo sulle questioni di governo locali siamo tutti e due d’accordo che si può convergere sui temi ma che non possiamo sostenere il candidato di un partito. Se facciamo convergenza sui temi va bene – ha tagliato corto – ma non si mai parlato di patti, Ulivi o contro-Ulivi”.

D’altronde nella riunione fiume di Bologna, Di Maio ha riscontrato una maggioranza schiacciante di attivisti che gli hanno chiesto di andare da soli. “Di oltre 60 interventi, solo uno ha parlato di una possibile sostegno a un candidato di un partito”, ha rivelato, spiegando che i Cinque Stelle si apriranno a forze civiche: “Stiamo componendo la lista e siamo aperti a tutti sui programmi, ne costruiremo uno per i prossimi 15 anni e chiediamo a tutti: rubateci le nostre proposte”.

Dentro al Movimento, però, restano i malumori. Portavoce di questa visione è ancora una volta Roberta Lombardi che aveva invocato una nuova votazione su ‘Rousseau’ per definire le alleanze. “I regolamenti delle candidature vengono portati avanti dal capo politico elezione per elezione, e possono cambiare da una regione all’altra”, ha sottolineato la Lombardi. Inoltre, resta da verificare la tenuta del M5s sul territorio.

Non è affatto escluso che alcuni esponenti, tra cui anche consiglieri regionali uscenti, possano abbandonare i Cinque Stelle e abbracciare altre liste, a sostegno di Stefano Bonaccini, come è già successo a Modena dove i dem avranno in squadra un ex attivista pentastellato.

Il candidato del centrosinistra sembra ormai rassegnato alla battaglia in solitaria. “Un errore del M5s”, come l’hanno definito i parlamentari bolognesi Andrea De Maria e Gianluca Benamati. In questi giorni, inoltre, sono comparsi i primi manifesti di Bonaccini, senza simboli di partito e curiosamente in verde. “E’ un richiamo all’ambiente e alla sostenibilità”, ha risposto Bonaccini ai cronisti che gli chiedevano di questa scelta. Di verde è anche il banner per l’evento di sabato 7 dicembre pomeriggio in piazza Maggiore a Bologna.

In questi giorni i dem sono concentrati nella chiusura delle liste, che potrebbero trovare una quadra entro le prossime due settimane. Parallelamente, Bonaccini sta definendo la coalizione, di cui faranno parte anche i Verdi, i Repubblicani e i ‘Coraggiosi’ di Elly Schlein e Vasco Errani.

La sfidante leghista, Lucia Borgonzoni, continua a fiutare il colpo doppio. “Non so se il governo cadrà, certo è che l’Emilia-Romagna non lo ama”, ha ribadito in un’intervista a ‘Radio Capital’: “Io sicura di vincere? No, non è una partita facile. Ce la mettiamo tutta, idee ne abbiamo”.

(di Federico Del Prete/ANSA)

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