Da Barcellona a Bruxelles, le difficolta di Uber in Ue

L'applicazione Uber aperta in un telefonino per il servizio di trasporto.
L'applicazione Uber aperta in un telefonino per il servizio di trasporto. (Ansalatina)

ROMA. – La fine della proroga per l’utilizzo della licenza a Londra per Uber è solo l’ennesimo ostacolo per la app di trasporto auto con conducente in Ue anche se quella che pesa si più tra le città per numero di autisti coinvolti e di corse effettuate.

Tra le città che hanno limitato l’ingresso di Uber c’è stata Bruxelles: nel 2014, infatti, la giustizia belga ha messo al bando l’applicazione dopo le proteste dei tassisti dato che il nuovo servizio auto non era in possesso della licenza.

Il nuovo piano Taxi in Belgio prevede ora un servizio Uber limousine mentre continua ad essere vietato Uberpop, il servizio meno costoso, condotto da guidatori non professionisti.

In Germania il servizio Uber è disponibile in quattro delle principali città (tra le quali Berlino e Monaco) mentre non è disponibile in numerose altre città.

Uber ha avuto difficoltà in  Danimarca, Bulgaria e Ungheria mentre ha deciso di abbandonare Barcellona dopo che sono cambiate le regole rendendo il servicio poco vantaggioso per l’azienda.

Ad aprile la Corte Ue ha stabilito che gli Stati membri “possono vietare e reprimere penalmente l’esercizio illegale dell’attività di trasporto nell’ambito del servizio UberPop senza dover previamente notificare alla Commissione il progetto di legge che stabilisce il divieto e le sanzioni penali per tale esercizio”.

Il servizio Uberpop viene considerato rientrante nel “settore dei trasporti” e non in quello dei servizi digitali, che invece richiederebbe una notifica in base alla direttiva “società dell’informazione”.

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