TORINO. Anche se non in perfette condizioni fisiche, sarà una Juventus quasi al gran completo quella che proverà ad allungare la striscia positiva contro l’Atalanta.
Imbattuta in campionato e Champions, la squadra di Sarri è attesa al rientro dalla sosta dalla “banda” di Gasperini, ormai non più sorpresa ma certezza del calcio italiano.
Senza Chiellini, ancora lontano dal rientro previsto in primavera, e Alex Sandro, alle prese con le terapie dopo il problema muscolare accusato con la maglia del Brasile, il tecnico ha riaccolto in gruppo Pjanic, ormai ristabilito e pronto a dirigere la squadra, dopo aver riabbracciato Matuidi nella precedente seduta.
Non sarà al meglio dal punto di vista físico Cristiano Ronaldo, che ha svolto lavoro personalizzato insieme a Rabiot: il ginocchio non è ancora al meglio ma la voglia di riscatto del portoghese, rinvigorito dal poker di reti in nazionale che gli ha fatto tornare il sorriso dopo il doppio cambio in bianconero, è una certezza su cui fare affidamento.
Le insidie a Bergamo, contro una delle formazioni più in forma della Serie A, non mancheranno: sarà una sfida tra filosofie completamente diverse, tra due tecnici che puntano al bel gioco ma attraverso percorsi completamente diversi.
Il palleggio e la difesa a quattro di Sarri contro la difesa a tre e il gioco a tutto campo di Gasperini: “Al rientro dopo la sosta le partite non sono mai facili, tantomeno contro l’Atalanta, che sta facendo una grande stagione – precisa Danilo -. Ha ottimi giocatori e per mantenere il primo posto non possiamo sbagliare né sottovalutarli. Dovremo mettere più intensità di loro, essere pronti a lottare per vincere”.
Il laterale brasiliano è in ballottaggio con Cuadrado per il ruolo di terzino destro, mentre a sinistra, al posto di Alex Sandro, dovrebbe toccare a De Sciglio.
L’altro dubbio riguarda il trequartista, con Bernardeschi e Ramsey in corsa per una maglia da titolare: favorito il gallese, viste le doti di palleggio e la capacità di equilibrare la squadra, aspetto fondamentale per contenere le folate nerazzurre.
“Cerchiamo di schiacciare gli avversari muovendo velocemente la palla – è la conferma di Danilo -. Serve però tempo perché i giocatori si trovino a loro agio, cambiare come ha fatto la Juve non è semplice. Ha cambiato l’allenatore e sistema di gioco, ci vuole tempo per assestarsi, come successo anche al Manchester City: ci abbiamo messo 2-3 anni per giocare come voleva Guardiola”.