I rifiuti costano di più al Sud, Campania la più cara

Operatori dell'Ama in Campidoglio, Roma
Operatori dell'Ama in Campidoglio, Roma, 08 agosto 2016. ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – Più spendi, peggiore è il servizio. E’ la trappola infernale nella quale si ritrovano gli italiani del Mezzogiorno quando si tratta della raccolta dei rifiuti. Le famiglie del Sud in genere spendono più di quelle del Nord per la tassa comunale della spazzatura. Eppure, i loro rifiuti finiscono in discarica più che al Nord, con grave danno per l’ambiente, e le emergenze spazzatura per le strade sono più frequenti fra Napoli e la Sicilia (senza contare Roma).

E’ la solita Italia spaccata in due quella che disegna l’Osservatorio Prezzi e Tariffe della onlus Cittadinanzattiva. La media italiana della tassa comunale dei rifiuti è di 300 euro all’anno. Ma al Nord la media è 258 euro, al Centro 299 euro, al Sud 351.

La regione più economica è il Trentino Alto Adige, con 190 euro, la più costosa la Campania, con 421. Le regioni dove si spende meno sono quasi tutte al Nord, con le lodevoli eccezioni di Basilicata e Molise. La classifica, dopo il Trentino Alto Adige, vede il Molise al secondo posto (219 euro), poi Basilicata (221), Friuli Venezia Giulia (228), Veneto (234), Marche (235), Lombardia (241), Emilia Romagna (274), Valle d’Aosta (275), Piemonte (276), Calabria (296).

Sopra i 300 euro della media nazionale ci sono Umbria (301), Toscana (323), Lazio (325), Abruzzo (326), Liguria (333), Sardegna (345), Puglia (373), Sicilia (394), Campania (421). Catania è il capoluogo di provincia più costoso (504 euro). Potenza in Basilicata il capoluogo più economico (121 euro).

Ma, nonostante l’esempio virtuoso del capoluogo lucano, le 10 città più costose per la tassa rifiuti sono tutte al Sud: Catania (504 euro), Cagliari (490), Trapani (475), Benevento (471), Salerno (467), Napoli (455), Reggio Calabria (443), Siracusa (442), Agrigento (425), Messina (419).

Le 10 città più economiche sono in buona parte al Nord: Potenza (121 euro), Udine (167), Belluno (168), Pordenone (181), Vibo Valentia (184), Isernia (185), Bolzano (186), Brescia (191), Verona (193), Trento e Cremona a pari merito (195).

“Molto marcate sono le differenze territoriali, non solo in termini di costi del servizio, ma anche di qualità – commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva -: vivere in una città anziché un’altra può voler dire disporre di un servizio gestione rifiuti costoso e insoddisfacente”.

“Le famiglie pagano l’inefficienza di alcune amministrazioni locali – commenta Alessandro Marangoni, AD di Althesys, il centro di ricerca che elabora ogni anno il rapporto WAS sul trattamento rifiuti -. La regione in cui il servizio costa meno è il Trentino Alto Adige, dove la differenziata è al 72%, permettendo alti tassi di riciclo. A Catania, dove la tassa è la più alta d’Italia, la raccolta è ferma al 23%. Le aree dove costa meno sono in genere quelle dove il servizio è migliore, la raccolta differenziata e il riciclo più elevati, basso o nullo il ricorso alla discarica”.

(di Stefano Secondino/ANSA)

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