Ok al candidato ungherese, von der Leyen vede la luce

La presidente della Commissione Ue, Ursula con der leyen. (El Español)

BRUXELLES. – Ursula von der Leyen vede la luce in fondo al tunnel. La strada verso Palazzo Berlaymont sembra oramai spianata per la presidente eletta dopo il via libera dall’Europarlamento all’ultimo dei tre candidati commissari ancora in stand-by, l’ungherese Oliver Varhelyi, designato all’Allargamento e alle politiche di vicinato.

Adesso, dopo settimane molto travagliate, resta solo l’ultimo passaggio per la tedesca: la votazione in Plenaria a Strasburgo che avrà luogo dopo il via libera della conferenza dei presidenti che giovedì deciderà chiusa la procedura delle audizioni dopo aver ricevuto l’ok formale da parte del Consiglio.

Il voto programmato per il 27 novembre – palese e a maggioranza semplice dei votanti – riguarderà la Commissione tout-court e non sarà uno scoglio semplice.

Per potersi insediare il primo dicembre Von der Leyen dovrà fare affidamento su un’ampia maggioranza, che conti almeno tutto il Ppe, i Socialisti e democratici (S&D) e i Liberali di Renew Europe. Ma in quell’occasione la presidente eletta potrebbe essere sostenuta anche da altre forze, contando ad esempio sul M5S e pescando un po’ trasversalmente tra Verdi e Conservatori.

Una maggioranza composita che potrebbe poi replicarsi anche nel corso della legislatura con intese trasversali tra i gruppi politici su singoli temi specifici. Un po’ come è accaduto oggi con l’ungherese, sostenuto da tutte le famiglie politiche ad eccezione della sinistra Gue e dai Verdi.

“Che onore far parte del team di Ursula von der Leyen! Per un’Europa più forte insieme!”, ha scritto su Twitter Varhelyi subito dopo la sua promozione. La scorsa settimana l’uomo scelto da Viktor Orban – già rappresentante permanente dell’Ungheria presso l’Ue – non aveva convinto gli eurodeputati della commissione esteri che gli avevano chiesto ulteriori delucidazioni, in particolare una sorta di presa di distanza rispetto alle posizioni del governo del premier sovranista magiaro.

E oggi rispondendo per iscritto ai quesiti il diplomatico di Budapest ha annunciato che “non sarà vincolato né influenzato da alcuna dichiarazione o posizione di alcun primo ministro di qualsivoglia Paese o rappresentante di alcun governo”, dunque neanche da Orban.

Varhelyi ha aggiunto che in qualità di commissario il suo “unico obiettivo” sarà “attuare le priorità politiche dell’Ue verso tutti i partner dell’allargamento e del vicinato sotto la guida dell’Alto rappresentante Ue e in piena collegialità in un vero e proprio spirito europeo”.

A mettere le mani avanti la vicepresidente degli S&D, responsabile per gli Esteri, l’eurodeputata olandese Kati Piri: “Non inganniamoci”, ha detto, precisando che il via libera oggi all’ungherese “non è un assegno in bianco” e che il suo grupo “vigilerà” su Varhelyi e gli ricorderà “in continuazione che non è l’uomo di Orban nella Commissione”.

Intanto l’esecutivo comunitario ha lanciato una procedura di infrazione contro Londra che non ha nominato il suo commissario. La mossa permetterebbe alla futura Commissione di insediarsi e tutelarsi di fronte a possibili ricorsi alla Corte Ue.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSA)

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