Campari: Ricavi oltre al miliardo, in luce in Borsa

Bottiglie Campari in un bar di Almaty, in Kazakistan. (REUTERS/Shamil) Zhumatov

MILANO. – Campari archivia i nove mesi con numeri in crescita e guarda con fiducia alla restante parte dell’anno. Le vendite da gennaio a settembre hanno toccato 1,3 miliardi con un +6,9% su base organica.

“Le nostre prospettive rimangono invariate e bilanciate in termini di rischi e opportunità su base annuale. Rimaniamo fiduciosi sul conseguimento di una crescita nei principali indicatori di performance a livello organico”, sottolinea il ceo, Bob Kunze-Concewitz. In luce in Borsa con il titolo che a dispetto di mercato fiacco, è ben comprato ma sotto i massimi (+1,22% a 8,28 euro).

Nel dettaglio il margine lordo è stato pari a 808,6 milioni, in aumento del 10,5% a valore (+110 punti base), pari al 62,0% delle vendite.

L’utile prima delle imposte segna 245,1 milioni, in calo dell’1,7% mentre quello rettificato si attesta a 259 milioni con un +10% per cento. In aumento a 874,4 milioni l’indebitamento. In crescita sia l’ebitda rettificato (+13,5%) che l’ebit (+11,1%), entrambi rettificati.

“Abbiamo registrato una solida crescita organica, nonostante una base di confronto sfavorevole e le avverse condizioni climatiche in nord Europa”, aggiunge il ceo sottolineando che “i principali indicatori di profittabilità hanno mostrato una crescita organica superiore a quella delle vendite”.

Dal punto di vista geografico le Americhe continuano a rappresentare quasi metà del fatturato con gli Stati Uniti primo mercato del gruppo seguito dalla Giamaica in crescita del +17,3%, grazie al portafoglio rum e a Campari. Sud Europa, Medio Oriente e Africa (27,8% del totale) crescono dell’8,1% con l’Italia che segna un + 8,4% grazie alla solida performance di tutti gli aperitivi.

La crescita nel Nord, Centro ed Est Europa è dell’8,3% con l’Aperol che cresce a doppia cifra.

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