Inferno Grenfell Tower, ombre sugli errori dei pompieri

Il grattacielo londinense "Grenfell Tower" in preda alle fiamme nel 2017(cnnenespanol.cnn.com)

LONDRA. – Ombre sui pompieri inglesi per l’inferno di Grenfell Tower, il maxi incendio che nel 2017 devastò il grattacielo popolare londinese di 24 piani e in cui perirono 72 persone, inclusi i giovani architetti veneti Gloria Trevisan e Marco Gottardi.

Non fu solo l’incuria nella manutenzione da parte della società di gestione, non solo le norme sulla sicurezza carenti o le colpe di amministratori e politici, non solo i pannelli infiammabili di poco prezzo collocati sulla facciata: a causare la strage innescata dal rogo contribuirono anche “gravi manchevolezze” del corpo dei vigili del fuoco, come conferma il primo rapporto stilato nell’ambito di un’inchiesta indipendente, ancora in corso, presieduta dal magistrato in pensione sir Martin Moore-Bick.

Il testo, d’un migliaio di pagine, è stato anticipato di un giorno dalle indiscrezioni dei media britannici, che ne hanno diffuso ampi stralci malgrado le sollecitazioni ripetute della commissione Moore-Bick a lasciare che lo potessero leggere prima superstiti e familiari delle vittime: già in larga parte critici in questi mesi sulle indagini e sul lavoro dell’organismo.

Nel rapporto si riconosce “il coraggio” dei pompieri che intervennero. Ma si sottolineano, fra l’altro, le lentezze nella risposta del numero d’emergenza 999, gli errori e le decisioni discutibili prese durante l’operazione, la fatale indicazione “stay put”, ossia rimanete barricati negli appartamenti, rivelatasi micidiale specialmente per alcuni inquilini dei piani alti (come la coppia di architetti italiani), o l’insufficiente addestramento mostrato per una situazione così estrema.

Tutti fattori che si ritiene abbiano portato a rendere quanto meno più pesante il bilancio dei morti.

Commentando le anticipazioni dei media, accusati apertamente di “insensibilità”, Moore-Bick ha tenuto a precisare che le contestazioni (accolte non senza offesa da alti funzionari dei vigili del fuoco e semplici agenti) vanno pur sempre filtrate attraverso la consapevolezza delle “condizioni terrificanti affrontate da chi dovette entrare nell’edificio” in fiamme la notte del 14 giugno 2017.

Il magistrato ha poi confermato che a innescare l’incendio, come da tempo ormai noto, fu un guasto elettrico al freezer in un appartamento al quarto piano. Guasto tecnico, ha puntualizzato sir Martin, avvenuto “senz’alcuna colpa” dell’inquilino di quell’abitazione, “ingiustamente accusato” all’inizio in alcune ricostruzioni.

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