Argentina, Uruguay e Colombia alle urne domenica

Un volantino dei sostenitori della coppia di aspiranti alla presidenza dell'Argentina, Alberto Fernandez e Cristina Fernandez di Kirchner.(AP)

BUENOS AIRES.  – In un clima reso difficile dalle manifestazioni in Cile e dalle tensioni post-elettorali in Bolivia, domenica gli elettori di Argentina e Uruguay si recheranno alle urne per un voto presidenziale e legislativo, mentre quelli della Colombia realizzeranno il rinnovo delle amministrazioni regionali, dipartimentali e comunali.

L’appuntamento più atteso è certamente quello argentino, dove il presidente uscente Mauricio Macri cerca una difficile riconferma, cercando di sbarrare il ritorno al potere dei peronisti, e soprattutto della ex presidente Cristina Fernandez de Kirchner, che si presenta nella carica di candidato alla vicepresidenza del suo ex capo di governo, Alberto Fernández.

Si tratta di una corsa ad handicap per Macri, che debe cercare, non tanto di vincere al primo turno, quanto di conquistare un ballottaggio sperando che Fernández non raggiunga il 40% di voti, e che lui riduca lo svantaggio a meno del 10%.

Nelle primarie di agosto il risultato fu sorprendente, con Fernández che superò Macri di oltre 16 punti (49,49% contro 32,93%), mettendo a nudo il malessere popolare per la crescente perdita di potere dei salari, l’inflazione e la disoccupazione.

In Uruguay il Frente Amplio (centro-sinistra) al potere dal 2005 con tre presidenti (Tabaré Vázquez, José Mujica, e ancora Vázquez) ha il difficile compito di vincere al primo turno con il candidato, Daniel Martínez, sopra il 50% dei voti previsto dalla Costituzione per la vittoria.

I sondaggi lo pongono in vantaggio, ma nessuno si arrischia a sostenere che non vi sarà ballottaggio, con il principale sfidante, Luis Lacalle Pou del Partido Nacional di centro-destra. Nel ballottaggio, che si svolgerebbe il 24 novembre, Lacalle potrebbe affermarsi con il sostegno del Partido Colorado, il cui candidato, Ernesto Talvi, figura alla vigilia al terzo posto.

Infine anche i colombiani si accingono a votare domenica per rinnovare gli incarichi di 32 dipartimenti, i deputati delle Assemblee dipartimentali ed i sindaci di 1.101 municipi. La madre di tutte le battaglie è quella per il sindaco di Bogotà, un testa a testa fra Carlos Fernando Galán, destra, e Claudia López, centro sinistra.

Il periodico Semana non ha esitato, ad una settimana dal voto, a definire la fase come “una settimana da infarto nell’ambito di una campagna elettorale via via più sporca, piena di accuse reciproche e di notizie false”.

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