MILANO. – Allarme rosso nello sprofondo rossonero. Il Milan, in una stagione nata storta con l’esonero di Giampaolo dopo appena sette giornate e l’arrivo di Pioli, chiude il primo bilancio dell’era Elliott con il peggior dato della sua storia, una perdita consolidata da -146 milioni di euro che sarà approvata nell’assemblea dei soci prevista per fine mese.
Un deficit monstre che il club motiva con gli investimenti fatti in alcuni campi (digitalizzazione e Media House) e sul centro sportivo (Milanello ammodernato) e con l’aver anticipato alcuni costi di spese “improduttive” su questo esercizio per alleggerire i prossimi.
Pesano, ovviamente, la campagna acquisti con gli acquisti di Paquetà e Piatek – il saldo complessivo tra entrate e uscite è -103.2 – e la pesante eredità in termini di ammortamenti e ingaggi della ricca estate cinese.
L’indice sul patrimonio netto (passato da -36 a +83 in appena 12 mesi con un virtuosismo da 119 milioni) è un segnale sul percorso intrapreso per arrivare al risanamento económico del club.
I dati non possono, però, che inquietare: aumentano le spese (373, +5.1%) ed esplodono i costi del personale (da 150,4 a 184,8), con la dirigenza extra-large e con il boomerang del prestito di Higuain; diminuiscono in generale i ricavi (241.1, -6.1%) e in particolare gli introiti da sponsor (da 44,7 a 38).
D’altronde, avere 7 Champions in bacheca ma navigare da tempo a vista in posizioni poco nobili della Serie A e senza i palcoscenici internazionali non genera certo appeal per chi debe legare il marchio al club.
Ma soprattutto è il paragone con le altre big italiane ad essere impietoso: nel 2009 il Milan fatturava 327 milioni (complice la cessione di Kakà), la Juventus 240 (ora 621), l’Inter 232 (ora 415). Dieci anni di mala gestione a cui oggi deve rimediare la proprietà.
Elliott ha versato 265 milioni fino al 30 giugno 2019 più altri 60 milioni tra luglio, agosto e settembre. “Il socio di maggioranza – recita infatti la nota presente nel consolidato – ha garantito l’impegno a supportare finanziariamente le società del grupo Milan per un periodo non inferiore ai 12 mesi dalla data di approvazione del bilancio”.
E mentre il fondo Elliott continua a non guardarsi intorno per cercare un acquirente, è acclarato che un club completamente risanato e, magari, con un nuovo stadio stadio possa essere più appetibile. E, i tifosi si augurano, più vincente.
(di Luca Guazzoni/ANSA)
Troppe campagne acquisto calciatori fallimentari, troppi soldi buttati al vento tra giocatori e dirigenti scarsissimi e strapagati, compreso lo stesso ad Gazidis
Continuano a cambiare allenatori con costi sempre più pesanti per la società, senza capire che in primis sono i giocatori scarsi, e in seconda senza mai fare una scelta veramente oculata sull’allenatore.
Meglio acquistare un giocatore veramente valido a 80 milioni di euro che non 4 giocatori di livello mediocre a 20 milioni ciascuno che non eleveranno mai il gioco della squadra, anzi, vedi Bertolacci, Musacchio, Rodriguez, Kalinic, Andrè Silva, Kunic, Sosa, Lapadula, Vangioni, Gustavo Gomez, Mati Fernandez …… ecc.ecc.