Il killer antisemita di Halle aveva cuattro kg di esplosivo

L'assasino 27enne neonazista Stephan Balliet. (Globalist)

BERLINO. – Il killer neonazista aveva con sé più di quattro chili di esplosivo e solo la fortuna di una porta di legno che ha resistito ai colpi di fucile ha evitato una strage con decine di vittime in una sinagoga, una tragedia senza precedenti nella Germania post-bellica.

Il giorno dopo l’attacco di Halle il Paese – ai suo massimi livelli – è sotto shock, promette “tolleranza zero” contro l’antisemitismo sempre più virulento ma riscopre anche la “vergogna” per il proprio passato nazista.

É stato il procuratore generale tedesco Peter Frank a rivelare che solo nella Golf che il 27enne Stephan Balliet aveva affittato per compiere l’attacco “sono stati rinvenuti circa quattro chili di esplosivo”, senza calcolare gli ordigni che ha lanciato contro il cimitero ebraico e il fast food.

Animato da “un pauroso antisemitismo, xenofobia e razzismo”, il giovane aveva armi che, sebbene di “apparente costruzione artigianale”, gli avrebbero consentito di perpetrare un “massacro” nella sinagoga, ha detto il magistrato tedesco: con “circa 60 morti”, ha stimato il capo della comunità ebraica tedesca Josef Schuster considerando il numero di fedeli che erano riuniti nel luogo di culto per la ricorrenza dello Yokm Kippur.

Le uniche vittime sono state invece una passante di 40 anni e un giovane di venti, che l’attentatore ha ucciso rispettivamente per strada e al fast food: due morti che si sarebbero potute evitare dissuadendo l’attentatore magari anche solo con la presenza di una volante della polizia davanti alla sinagoga, ha sostenuto Schuster, rinfocolando la polemica sulla mancata protezione del luogo di culto.

Del resto si è rischiato di moltiplicare per dieci il bilancio dell’attentato incendiario all’ospizio ebraico di Monaco del febbraio 1970, dove morirono sette sopravvissuti dell’Olocausto.

Per la Germania “è un giorno di vergogna e infamia”, ha scandito senza mezzi termini il presidente Frank-Walter Steimeier dall’alto dell’autorità morale del suo incarico parlando davanti al muro di cinta della sinagoga. “La storia ci ammonisce”, oltre a dare solidarietà “dobbiamo proteggere la vita ebraica”.

Per farlo, la cancelliera Angela Merkel si è pronunciata in favore dell’impiego di ogni mezzo consentito dallo stato di diritto contro l’estremismo di destra e l’antisemitismo: “Non c’è alcuna tolleranza”, ha assicurato.

Per far fronte alla crescita dei reati antisemiti in Germania (circa 1.800 quelli registrati solo l’anno scorso) e contrastare il pericolo sempre presente del terrorismo islamico, il ministro dell’Interno Horst Seehofer ha promesso “centinaia” di uomini in più per polizia e servizi segreti interni.

Dal canto suo il ministero della Giustizia ha preannunciato misure per obbligare i service provider a comunicare alla polizia “minacce di morte e istigazioni all’odio”, come quello che Balliet aveva postato su internet già il primo ottobre.

Una sorta di manifesto in pdf in cui l’estremista annunciava di voler “uccidere quanti più bianchi possibile, soprattutto ebrei” e mostrava già armi e munizioni poi usate nell’attacco, facendo pure riferimenti al live stream con cui ha documentato l’azione per 35 lunghissimi minuti.

Un’imitazione della strage neozelandese di Christchurch del marzo scorso finalizzata ad “ottenere un effetto a livello mondiale” e “istigare” altri attentatori, ha confermato il procuratore generale.

Un piano ordito probabilmente nel chiuso della sua stanza visto che il padre lo descrive senza amici, spesso davanti al computer e propenso a dare sempre la colpa agli altri.

(di Rodolfo Calò/ANSA)

Lascia un commento