Tensione sul Russiagate: l’ira di Conte. Il Quirinale si smarca

La direttrice della CIA, Gina Haspel.
La direttrice della CIA, Gina Haspel. (ANSA/AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)

ROMA. – Si alza la tensione sul “Russiagate”. Il Quirinale si smarca, alla vigilia della visita del capo dello Stato Sergio Mattarella a Washington, smentendo di essere stato informato di quanto avveniva. E in serata arriva la smentita anche di Palazzo Chigi, che prova a stemperare il “clamore mediatico”, parlando di “disinformazione” e “discredito sulle istituzioni”: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si dice disponibile a riferire al Copasir sul dossier, nei tempi decisi dal comitato, per poi informare l’opinione pubblica.

Ma la vicenda non è affatto chiusa: sarà un leghista, Raffaele Volpi, eletto nuovo presidente, a dirigere i lavori del Comitato. Volpi è stato eletto presidente dopo una votazione non unanime: la prossima settimana il Copasir si riunirà per mettere in calendario l’audizione di Conte.

In mattinata, intanto, visita a Roma della direttrice della Cia, Gina Haspel, per incontrare i vertici dell’intelligence Gennaro Vecchione (Dis), Luciano Carta (Aise) e Mario Parente (Aisi). Viaggio programmato da tempo, si apprende, che capita però proprio mentre infuriano le polemiche per le visite nella Capitale del ministro della Giustizia americano William Barr.

Conte è stato a pranzo con i ministri al Quirinale, in vista del Consiglio europeo e in ambienti parlamentari non si esclude che l’incontro sia stato anche occasione di confronto tra il premier e Mattarella sul cosiddetto Russiagate. Il capo dello Stato si appresta a volare negli Usa, dove vedrà il presidente Donald Trump.

E certamente non ha apprezzato il polverone causato dalle rivelazioni sulla doppia missione ‘segreta’ a Roma di Barr (15 agosto e 27 settembre) per avere dagli 007 italiani informazioni sul misterioso docente maltese Joseph Mifsud, considerato da ‘The Donald’ un agente provocatore tra gli artefici del piano per incastrarlo con la storia delle email di Hillary Clinton hackerate dai russi.

Il Messaggero ha riportato che il Quirinale sarebbe stato informato delle richieste americane. Secca smentita dal Colle (e in serata di Palazzo Chigi). “Non risulta alcuna informativa al Quirinale sul caso in argomento, anche perché il Quirinale non riceve abitualmente notizia di singole operazioni di collaborazione in corso tra Paesi alleati”.

Parole che definiscono anche il contorno in cui sarebbero avvenuti i colloqui tra Barr ed i vertici dei servizi italiani: “operazioni di collaborazione tra Paesi alleati”. Linea che Conte sosterrà davanti al Copasir: niente anomalie, né scorrettezze, né scambi di favori con Trump in cambio del suo endorsement col famoso tweet pro ‘Giuseppi’ dello scorso agosto, ma semplice cooperazione tra apparati di Stati amici.

Da Palazzo Chigi smentiscono anche presunti incontri segreti, raccontati da Repubblica, tra il presidente del Consiglio e il capo del Dis Gennaro Vecchione, finito nell’occhio del ciclone.

E’ al Copasir che il premier riferirà nel dettaglio cosa è accaduto. La nomina del nuovo presidente, leghista, secondo alcune fonti non avrebbe fatto gioire né Conte – visto il dente avvelenato di Matteo Salvini nei suoi confronti – né i Cinque stelle. A dimostrarlo la votazione, a scrutinio segreto: 6 le crocette sul nome di Volpi, 3 schede bianche, un voto per Elio Vito.

Possibile che a consegnare le schede bianche siano stati i 3 M5S presenti nel Comitato (Federica Dieni, Francesco Castiello e Antonio Zennaro) e che sia stato lo stesso Vito a indicare il suo nome, nonostante l’accordo raggiunto in Senato tra Salvini, Giorgia Meloni e Berlusconi su Volpi.

Il leghista sarebbe stato votato da Paolo Arrigoni (Lega), Adolfo Urso (Fdi), Claudio Fazzone (Fi), Enrico Borghi (Pd) ed Ernesto Magorno (Italia viva). La maggioranza assoluta (6 voti) è stata raggiunta per un solo voto, altrimenti ci sarebbe stato il ballottaggio tra i due più votati e, in caso di parità, la presidenza sarebbe andata al più anziano. Senza il sesto voto per Volpi, insomma, lo scenario sarebbe potuto cambiare.

La Lega sulla vicenda assicura di essere battagliera. Ma Volpi ha assicurato che manterrà “una posizione istituzionale, nella tradizione del Comitato”. La prossima settimana si riunirà l’ufficio di presidenza per decidere priorità e calendario dei lavori, dove troverà posto l’audizione di Conte – data da concordare con Palazzo Chigi – e dei responsabili dei servizi sul caso Russiagate.

Fonti pentastellate notano che il Copasir non sembra avere urgenza di audire il premier: se questa sarà la linea, potrebbe far da sponda a Conte, avvalorando l’idea secondo cui la vicenda non sarebbe così scottante. Ma tra i Dem, che non hanno visto di buon occhio il tentativo M5S di frenare su Volpi (“Va rispettata la scelta dell’opposizione”, dice un deputato), resterebbe la convinzione che sia meglio fare chiarezza al più presto. E anche il pressing di Matteo Renzi sul premier promette di proseguire.

(di Massimo Nesticò/ANSA)

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