ROMA. – “Ci sono le condizioni affinché entro il 15 di ottobre si possa giungere una proposta vincolante da parte del consorzio acquirente” per Alitalia” ma serve “responsabilità da parte di tutti”.
Così il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli al termine di una giornata che ha visto un’accelerazione nel tentativo di rispettare la scadenza prevista del 15 ottobre e nella quale il premier Conte ha anche incontrato i vertici di Atlantia.
I nodi sono ancora diversi.Restano infatti ancora da appianare le divergenze tra Fs e la holding dei Benetton venute alla luce dopo la lettera di quest’ultima. Da sciogliere c’è anche la questione della cassa: indipendentemente dall’eventualità di un’ulteriore proroga, si valuta la possibilità di un nuovo prestito ponte, che potrebbe aggirarsi intorno ai 250-350 milioni. Ma sul dossier si vuole chiudere.
E il ministro Patuanelli avverte: “il fatto che ancora non si arrivi ad una conclusione della trattativa e che si ricorra a retroscena a mezzo stampa da parte di alcuni partecipanti al consorzio, ci induce a pensare che ci siano altre motivazioni che sottendono le decisioni dirimenti” e ricorda che “Alitalia è stata infatti sin dal principio un’operazione di mercato per rilanciare la compagnia e nulla hanno a che fare con essa altre rivendicazioni”.
Il ministro aveva convocato nel pomeriggio a Via Veneto i commissari straordinari Stefano Paleari, Enrico Laghi e Daniele Discepolo, che da 2 anni 5 mesi stanno gestendo la compagnia.
Dopo un’ora e mezza di confronto i commissari hanno lasciato il Mise con volti tesi e poca voglia di parlare. “No”, non si è parlato di proroga, “aspettiamo il 15 e vediamo”, ha detto Discepolo, che già a marzo frenava sulle proroghe ammonendo a fare presto.
Ore prima si era invece tenuto, nel massimo riserbo, l’incontro tra Conte e i vertici di Atlantia, probabilmente andati a palazzo Chigi a fornire maggiori spiegazioni sulla lettera con cui era stato acceso il semáforo arancione sull’operazione di rilancio della compagnia.
Prosegue intanto il confronto tra Fs e Atlantia: l’a.d. di Fs Gianfranco Battisti e il direttore generale di Atlantia Giancarlo Guenzi si sarebbero sentiti telefonicamente nel tardo pomeriggio.
Quando manca una settimana al termine per l’offerta vincolante e il piano industriale da parte della cordata composta da Fs, Atlantia, Delta e Mef, si punterebbe – secondo quanto si apprende – a far rispettare la scadenza del 15 ottobre con la presentazione dell’offerta vincolante, concedendo però altri 10-15 giorni per il ‘signing’ vero e proprio dell’operazione.
A quel punto da novembre partirebbero la trattativa sindacale e l’iter autorizzativo all’Antitrust, per arrivare al closing intorno a marzo. Resta da capire se i soldi in cassa basteranno a gestire l’operatività della compagnia anche nel period transitorio: a fine agosto la liquidità era di 360 milioni e bisogna considerare che 150 milioni sono gli interessi sul prestito che vanno restituiti al Mef.
Se si decidesse di concedere un nuovo prestito, si punta a vincolarlo alla presentazione della proposta vincolante, in modo da non incappare nell’altolà dell’Ue.
Preoccupano intanto i lavoratori i numeri che circolano sul piano industriale: nella flotta verrebbero messi a terra súbito 3 aeromobili di lungo raggio (con la chiusura delle rotte per Johannesburg e Santiago del Cile), ma a fine piano ne verrebbe aggiunto solo uno; per il personale si stimano 2.800 esuberi; non sarebbe previsto il break even dopo i 4 anni del piano.
Sul tavolo resta aperto anche il dossier sulla governance, con la ricerca dell’a.d. della nuova Alitalia, il cui nome dovrebbe essere comunicato insieme al piano industriale.
Intanto domani è in programma lo sciopero del personale navigante, che ha costretto la compagnia a cancellare circa 200 voli.
(di Enrica Piovan/ANSA)