Salvini all’assalto di Roma: “Via la Raggi, è incapace”

Il leader della Lega Matteo Salvini in un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Instagram
Il leader della Lega Matteo Salvini in un fermo immagine tratto da un video pubblicato su Instagram, 4 ottobre 2019.

ROMA. – Prima la consegna della mozione di sfiducia, poi un comizio al megafono proprio sotto al balcone di Virginia Raggi: l’assedio di Matteo Salvini al Campidoglio pentastellato è cominciato. Il leader della Lega, insieme a centinaia di sostenitori, ha portato la sfida in casa dell’avversario:

“Raggi – dice – è il peggior sindaco del dopoguerra, non è il suo mestiere. Tre anni fa al ballottaggio – ricorda – ho detto agli elettori che piuttosto che il Pd potevano provare quelli nuovi. Faccio appello ai romani di qualsiasi idea politica, in primis a quelli del 5 stelle: dopo tre anni e mezzo il danno è evidente. Ora dimissioni. Ascolti i romani – scandisce proprio di fronte alla Lupa Capitolina – Si faccia da parte”.

Dai ranghi leghisti partono cori contro gli ex alleati: “Giggino – gridano, riferendosi a Luigi Di Maio – portace da beve”.

I pentastellati non si fanno trovare impreparati: dalla scala della Lupa s’affaccia una pattuglia del team Raggi con un vassoio carico di mojito. Ci sono, tra gli altri, il capogruppo Giuliano Pacetti, l’assessore Antonio De Santis e il capo staff della sindaca Massimo Bugani: espongono cartelli come ‘Dal mojito al White Russian è un sorso’, ‘Salvini chiacchierone Roma non ti vuole’ ‘Questo è il Campidoglio, non il Papeete’.

“Buffoni, andate a lavorare” rispondono da sotto i leghisti, prima di accompagnare via il ‘capitano’ tra selfie e strette di mano. Salvini carica la molla per la manifestazione del 19 ottobre a piazza San Giovanni, su cui nutre grandi aspettative: “Non basterà a contenere tutta la gente. Sarà l’inizio di una raccolta firme di massa” per chiedere a ‘Virginia’ di farsi da parte.

Fabio Rampelli, vicepresidente FdI della Camera e storico dirigente della destra romana, rivendica la primogenitura dell’idea: “Noi l’avevamo iniziata a luglio – dice – Vedo che anche FI si aggiunge alla raccolta: la Lega e Forza Italia vengono dietro a noi ancora una volta”.

“Salvini? Un turista per caso – il commento invece del gruppo dem capitolino – dal governo, quando ne ha avuto l’opportunità, Salvini non ha fatto nulla per Roma. Con lui c’è tutta la compagnia della ‘parentopoli’ che l’ha spolpata. La sfiducia è ridicola: ha un solo consigliere, non la può presentare”.

L’obiettivo dei leghisti è però quello di trasformare la scalata fisica di questa mattina fino al Marc’Aurelio in una scalata politica. Nomi per il dopo-Raggi, Salvini non ne fa: “Ci sono decine di donne e uomini nei quartieri che farebbero il sindaco meglio di lei. La priorità è ripulire la città e liberare il Campidoglio, poi avremo modo di scegliere qualcuno più in grado di lei di fare il sindaco”.

Forza sui temi amministrativi, punta il dito sui rifiuti, batte già il territorio: “Ieri sono stato a ponte Laurentina a incontrare le mamme con i loro bambini – dice – non è normale che Roma sia ridotta così”.

Responsabilità del governo per l’attuale situazione di Roma? “Rifiuti, autobus, case popolari dipendono dal Comune”, risponde il capo del Carroccio, che punge anche il governatore-segretario del Pd Nicola Zingaretti: “Semmai c’è di mezzo la Regione, ma qui tra Raggi e Zingaretti non ne fanno uno in due”.

Tra la folla c’è anche il coordinatore romano Claudio Durigon: sono molti a giurare che stia da tempo col motore acceso, pronto in caso di elezioni a conquistare la Regione Lazio. L’altro ‘sogno’ dei leghisti della Capitale.

(di Gabriele Santoro/ANSA)

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