Generazione Greta: “Siamo il futuro che protesta”

Studenti romani in piazza durante la manifestazione Global Strike for Climate.
Studenti romani in piazza durante la manifestazione Global Strike for Climate. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

ROMA. – Il programma dei ragazzi in piazza, lo sintetizzano Viola e Sofia, 11 anni, di Roma: “Vogliamo migliorare il mondo”. Ma il senso della giornata di oggi, che ha portato in corteo per il clima un milione di giovani in Italia, lo dà Luca, 16 anni, romano pure lui: “Greta ci ha svegliato”.

Nel corteo di Roma, il più partecipato, 200 mila persone secondo gli organizzatori, c’erano in pratica tutte le scuole della città. Al primo sciopero globale del clima di Fridays For future nella capitale, il 15 marzo, c’erano 35.000 persone. Ma stavolta, è tutto cambiato. Greta e le sue battaglie hanno fatto breccia fra i ragazzi, oramai le conoscono tutti.

“Con lei abbiamo aperto gli occhi”, spiega Ginevra, 13 anni. E Enrico riflette: “Noi rappresentiamo il futuro. E se il futuro non protesta, chi deve farlo?”. Poi, ha aiutato anche il ministro Fioramonti, che ha promesso giustificazioni a tutti. Molti insegnanti, anche loro convinti dal messaggio dell’attivista svedese, hanno incoraggiato gli studenti. E il risultato si è visto nelle piazze.

In 160 città italiane, erano quasi tutti ragazzi, soprattutto delle superiori, un po’ delle medie. Pochi gli adulti: quelli che c’erano, erano lì per accompagnare figli o studenti. L’atmosfera era allegra e goliardica. Hanno partecipato scuole intere con i loro striscioni. I cartelloni erano colorati e ironici, spesso con esplicite e scanzonate battute sessuali. Più della metà erano in inglese, un chairo segno dei tempi, (“We are skipping our lessons to teach you one”, stiamo saltando le lezioni per dartene una).

C’è chi era preparato e motivato sul tema, e chi l’ha presa come una colossale bigiata collettiva. Ma nessuno di questi ragazzi oramai può dire di non sapere nulla del riscaldamento globale. I cortei sono filati via tranquilli, fra cori da stadio (“Se ci bloccano il futuro/ noi blocchiamo la città”), volti colorati di strisce verdi e selfie collettivi. Pochissimi i politici presenti. Gli amministratori locali hanno in genere espresso simpatia per i manifestanti: ma questi ultimi quasi mai hanno voluto incontrarli, e spesso li hanno criticati.

A Palermo ci sono stati momenti di tensione per un gruppo di ragazzi vestiti di nero che hanno cercato di spezzare il corteo. La polizia è intervenuta e li ha messi in fuga. Ma è stato l’unico episodio in Italia. A Milano è stato bruciato un grande mappamondo di carta, per simboleggiare la crisi climatica.

“Questa estate qualcosa è cambiato, c’è più consapevolezza”, spiega Miriam Martinelli, 16 anni, una delle leader di FFF nel capoluogo lombardo. A Napoli, il corteo si è ingrossato talmente che ha dovuto cambiare destinazione, da piazza Dante (troppo piccola) a piazza Cavour.

Lorenzo, 10 anni, studente della elementare Pistelli di Roma, in corteo con la maestra Rosaria e i compagni, simboleggia bene la generazione Greta: “A casa rimprovero la mamma se prende le bottiglie o i piatti di plastica – racconta -. Le faccio fare la differenziata, e alle mie feste voglio solo piatti e bicchieri di carta”.

Elisa, studentessa del liceo Russel della capitale, racconta che “anni fa una prof aveva proposto a scuola di fare la differenziata, ed era stata stroncata. Oggi, dopo Greta, non succederebbe più”. Ma l’eroe vero della giornata, oggi è stato lui: Potito, 12 anni, unico manifestante per il clima a Stornarella, in provincia di Foggia. E’ sceso in piazza con un cartello con una torta farcita di plastica. Anche Greta, quando ha cominciato, era sola come lui.

(di Stefano Secondino/ANSA)

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