Al via in Francia il maxiprocesso al farmaco killer

La dottoressa Irene Frachon che denunció i gravi effetti collaterali del Mediator, mostra una scatola del farmaco "killer". Corriere dela Sera)

PARIGI.  – Per 33 anni liberamente venduto in farmacia, effetti collaterali devastanti, migliaia di denunce, una perizia giudiziaria che fissa in 2.100 le possibili vittime a lungo termine: questo è il Mediator, il farmaco killer prescritto per anni per il diabete, ma anche come “antifame” per le diete, a 5 milioni di francesi ignari.

Stamattina, a Parigi si è aperto il maxiprocesso al laboratorio che lo fabbricava, Servier, e all’Agenzia del farmaco che non l’ha bloccato.

Lo scandalo del Mediator è esploso 9 anni fa ed è per questo che la presidente del tribunale oggi, di fronte alla tensione crescente, ha ritenuto opportuno ammettere di comprendere i motivi della generale sensazione di “impazienza” e di “frustrazione” “delle vittie, dei testimoni, dei coinvolti che intanto sono deceduti”.

Ad ascoltarla, il gruppo farmacéutico Servier e 9 sue filiali, e l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei farmaci (Ansm). Dalla parte opposta della sala, gli avvocati delle parti civili che rappresentano migliaia di persone che hanno sporto denuncia ed esigono indennizzi e riposte. I loro nomi sono stati letti in apertura del dibattimento di un processo che non si concluderà prima di sei mesi.

Il leit-motiv dell’accusa è: “i laboratori hanno mentito deliberatamente per ani, nascondendo le caratteristiche pericolose del Mediator per ragioni di profitto. Servier, il cui capo e fondatore, Jacques, è morto nel 2014 a 92 anni, insiste sul fatto che “non ci sono stati segnali chiaramente identificati prima del 2009″, anno in cui il farmaco fu ritirato dal commercio”.

Fra i testimoni che saranno ascoltati per primi, Irene Frachon, pneumologa che per prima suonò l’allerta sui pericoli del Mediator, farmaco che sarebbe responsabile in alcuni soggetti di gravissime conseguenze, come difetti alle valvole cardiache e ipertensione arteriosa polmonare.

L’ipotesi di reato di cui devono rispondere i laboratori e l’agenzia è per ora quella di “truffa aggravata”, in quanto l’istruttoria per “omicidio plurimo colposo” è ancora in corso. T

uttavia, in aula sono presenti fra gli altri ben 91 vittime (quattro rappresentate da parenti, in quanto decedute) per le quali le perizie hanno stabilito un legame di causa-effetto fra le malattie di cui soffrono e il consumo di Mediator.

Sono un’eccezione, in quanto la stragrande maggioranza di chi ha avuto danni anche gravi alla salute ha firmato accordi di risarcimento con Servier desistendo dalla procedura penale.

(di Tullio Giannotti/ANSA)

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