Debutto di Gualtieri all’Eurogruppo, parte iter manovra

Il ministro dell'Economia e Finanze, Roberto Gualtieri, prima del consiglio dei ministri del secondo governo Conte a Palazzo Chigi
Il ministro dell'Economia e Finanze, Roberto Gualtieri, prima del consiglio dei ministri del secondo governo Conte a Palazzo Chigi, Roma, 5 settembre 2019. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

HELSINKI. – L’anno scorso fu Tria, quest’anno tocca a Roberto Gualtieri. L’Ecofin informale di settembre, che ogni anno riapre le attività dei ministri economici europei dopo la pausa estiva, avrà un nuovo protagonista: il neo ministro italiano, che nuovo di Ecofin non è, avendo già partecipato a tutte le riunioni degli ultimi cinque anni in qualità di presidente della Commissione Econ del Parlamento Ue.

Ma nella sua nuova veste cambieranno sia il suo approccio che quello dei colleghi europei: stavolta dovrà illustrare all’Eurogruppo il programma del nuovo Governo, raccogliendo le prime reazioni. Le premesse sono buone, di certo migliori rispetto allo scorso anno quando Tria mise in allarme i colleghi, preannunciando una manovra che avrebbe poi sforato i vincoli e portato alla lunga battaglia con Bruxelles finita quasi alla vigilia di Natale.

Stavolta Gualtieri arriva ad Helsinki dopo un apposito colloquio con il presidente del Consiglio a margine del cdm e preceduto proprio dalle parole già rassicuranti del premier Conte: l’Italia vuole far calare il debito, e attuare il suo programma di Governo restando nei parametri Ue. Vuole aumentare gli investimenti, per rilanciare l’economia e modernizzare il Paese, e su questo chiede la comprensione e l’aiuto dell’Europa.

Un terreno sul quale la nuova Commissione non può tirarsi indietro, visto che la presidente Ursula von der Leyen ha sposato gli stessi obiettivi: aumentare la spesa per attuare il green new deal, incentivare lo sviluppo digitale, rafforzare il pilastro sociale, ovvero lavorare per un’economia attenta a non lasciare indietro i cittadini indeboliti dalla crisi economica.

Tanto che la presidente ha già affidato al nuovo commissario agli affari economici, Paolo Gentiloni, il cruciale dossier dello schema di assicurazione contro la disoccupazione. Era una vecchia idea dell’ex ministro Pier Carlo Padoan, confluita nell’agenda della Commissione ma mai progredita. Von der Leyen l’ha riportata alla luce con l’obiettivo di arrivare al più presto alla formulazione di una proposta, di cui si occuperà Gentiloni, che possa trovare un consenso a livello di Eurogruppo.

A margine delle riunioni di Helsinki, Gualtieri incontrerà il vicepresidente Valdis Dombrovskis, che nella nuova Commissione continuerà a supervisionare i conti pubblici, stavolta assieme a Gentiloni, ma guadagna potere rispetto a prima con la nuova carica di ‘vicepresidente esecutivo’.

Con l’ex premier lettone, che pure conosce bene avendo lavorato sugli stessi dossier negli ultimi anni, dovrà cominciare a discutere della manovra 2020, quantomeno delle intenzioni sul deficit. La Ue aspetta la bozza entro il 15 ottobre, a cui dovrà dare il via libera entro un mese.

L’anno scorso, la bozza fu rigettata perché sforava vincoli e impegni. Quest’anno nessuno si aspetta uno scenario simile, non solo perché l’Italia ha completamente abbassato le armi contro Bruxelles, ma anche perché il vento sta cambiando e potrebbe arrivare presto nuova flessibilità. La revisione del Patto di stabilità è uno dei temi che anche l’Ecofin comincerà a discutere in questa due giorni di riunioni.

L’idea è di rendere le regole più semplici, perché quelle attuali sono considerate dai più opache, poco comprensibili, non misurabili. Una situazione che lascia scontenti non solo i Paesi che vogliono spendere di più, ma anche i rigoristi, che accusano la Commissione di essersi nascosta dietro regole complicate e poco chiare per prendere decisioni alla fine politiche e non strettamente dettate dalle teorie economiche.

Come nel caso di tutti i via libera dati all’Italia sulla flessibilità e su manovre che non rispettavano pienamente le richieste di consolidamento. L’attesa è che i ministri dell’economia diano mandato alla Commissione di rivedere il Patto, non per ammorbidirne troppo i vincoli, ma per trovare il modo di aiutare chi vuole fare investimenti. Come l’Italia.

(dell’inviata Chiara De Felice/ANSA)

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