Disoccupazione scende al 9,9% ma giù anche ore lavorate

Centro per l'impiego
Un centro per l'impiego a Roma. (Lavoro Facile)

ROMA. – La disoccupazione scende sotto la soglia del 10% nel secondo trimestre dell’anno, l’occupazione sale ma cresce anche il costo del lavoro, trainato più dal peso degli oneri sociali che delle retribuzioni.

I livelli pre-crisi restano però lontani e le ore lavorate diminuiscono. Effetto anche del part-time, che sia volontario o spesso non per scelta, che nella stragrande maggioranza dei casi è donna. E’ il quadro che emerge dagli ultimi dati Istat sul mercato del lavoro.

Dinamiche, sottolinea l’Istituto di statistica, che si inseriscono in “una fase di sostanziale ristagno dell’attività economica confermata, nell’ultimo trimestre, da una variazione congiunturale nulla del Pil”. Dunque, l’economia è piatta e l’occupazione resta a galla.

Ma è presto per dire come proseguirà, visto che i dati mensili sono aggiornati a luglio (diffusi a fine agosto) e indicano una leggera retromarcia, con gli occupati tornati in lieve calo rispetto a giugno e i disoccupati in risalita.

Intanto, nel periodo aprile-giugno il tasso dei senza lavoro si attesta al 9,9%, in calo di 0,4 punti percentuali rispetto ai primi tre mesi dell’anno, il livello più basso dopo il quarto trimestre del 2011 (9,2%). A livello mensile, a maggio per la prima volta da oltre sette anni si era persa la doppia cifra.

Spinti dall’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato, gli occupati crescono di 130 mila unità (+0,6%) rispetto al trimestre precedente e, “a ritmi meno sostenuti”, nel confronto annuo di 78 mila (+0,3%). Così il tasso di occupazione, sempre nel secondo trimestre, sale al 59,1% (+0,3 punti), mentre il tasso di inattività (di coloro che non hanno un’occupazione né la cercano) rimane stabile al 34,3%.

I numeri assoluti dicono che gli occupati stimati sono 23 milioni 390 mila, i disoccupati 2 milioni 545 mila persone. La neo-ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, commenta positivamente i dati: testimoniano “la bontà delle misure” messe in campo dal Movimento 5 Stelle. Ora si tratta di andare avanti, rimarca, su salario minimo, fase 2 del Reddito di cittadinanza e parità di genere nelle retribuzioni.

Ma il quadro si rabbuia se si guarda alle ore lavorate, che risultano in calo (-0,1%) rispetto ai tre mesi prima e in crescita rallentata rispetto ad un anno prima (+0,4%). Tema su cui torna il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, rilanciando l’idea di intervenire sull’orario di lavoro, riducendolo, e chiedendosi di quante ore oggi si ha bisogno: “Ancora di 40? Probabilmente no”.

Tridico non risparmia un affondo rispetto ai dati della Ragioneria generale dello Stato, secondo cui Quota 100, ossia la possibilità di andare in pensione prima con almeno 62 anni di età e 38 di contributi, potrebbe costare circa 63 miliardi di euro tra il 2019 e il 2036. Si è detto “sorpreso”.

E, in attesa del potenziamento dei Centri per l’impiego e del decollo della fase 2 del Reddito di cittadinanza, il canale per trovare lavoro in Italia resta prevalentemente quello informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più

diffusa (82,7%); a seguire c’è chi sceglie l’invio di curriculum (65,4%) e la ricerca tramite internet (55,6%). Aumenta ma resta bassa la quota di disoccupati che ha contattato il Centro per l’impiego (22,3%) e le agenzie di somministrazione (12,2%).

In questo quadro sale ancora il costo del lavoro (+0,1% sul trimestre precedente e +2,4% sull’anno): è il risultato di un aumento delle retribuzioni (+0,1% sul trimestre e +1,6% su base annua) ma ancor di più degli oneri sociali (+0,3% e +4,5%). Una tendenza su cui incide l’esaurimento degli sgravi contributivi pieni e triennali previsti a partire dal 2015 per le assunzioni stabili.