L’industria soffre, a giugno fatturato e ordini in calo

Azienda farmaceutica
Un' azienda farmaceutica in Italia. (Linkiesta.it)

ROMA,- L’industria italiana soffre. A certificarlo è l’Istat, che evidenzia un nuovo calo a giugno del fatturato e in particolare degli ordinativi, con la contrazione tendenziale più forte dal luglio 2016. Va male soprattutto l’industria automobilistica, con una flessione a doppia cifra degli ordini.

Nel complesso del secondo trimestre, il fatturato rimane pressoché stabile (-0,1% rispetto al trimestre precedente), mentre gli ordini segnano un calo dello -0,4%.

Segnali che preoccupano le parti sociali. “Dati preoccupanti che spiegano più di tante parole” il difficile contesto economico del Paese che “ha bisogno di investimenti pubblici e di politiche industriali di settore orientate all’innovazione”, afferma il segretario confederale della Cgil, Emilio Miceli.

A giugno il fatturato e gli ordini tornano in flessione dopo il segno più di maggio. In particolare il fatturato segna un -0,5% mensile e un -0,8% su base annua (-3,8% il dato grezzo), condizionato soprattutto dalla contrazione delle vendite sul mercato interno.

Ancora più marcata la contrazione degli ordini, diminuiti dello 0,9% sul mese e del 4,8% sull’anno (il calo più forte dopo il -9,2% del luglio 2016), zavorrati soprattutto dal calo marcato delle commesse provenienti dall’estero (-3,8% in un mese e -9,1% in un anno). A livello tendenziale, è da noviembre 2018 che si susseguono ininterrottamente segni meno per gli ordinativi.

Soffre in particolare l’industria automobilistica, con vendite in calo del 6,3% rispetto a giugno 2018 e ordini giù del 15,9%. Una dinamica ormai consolidata, come evidencia l’andamento del semestre, con un fatturato in contrazione dell’11% e gli ordini del 14%.

Più in generale, l’andamento negativo del fatturato caratterizza con intensità diverse tutti i raggruppamenti principali di industrie, ma resulta particolarmente marcato per l’energia (-2,8% congiunturale). Nel manifatturiero la crescita tendenziale più rilevante del fatturato lo registrano le industrie tessili e dei mezzi di trasporto (+4,1%), mentre alla farmaceutica va il calo maggiore (-12,6%).

Sul fronte degli ordini, dal trend negativo si salvano solo i mezzi di trasporto (+5,1% tendenziale) e i computer ed elettronica (+0,7%), mentre tutto il resto cala, con la flessione più marcata nel farmaceutico (-16,2%).

A questa fotografia si aggiunge il dato sui prezzi alla produzione dell’industria, che a luglio mostra una “dinámica congiunturale stazionaria” e una contenuta flessione (-0,5%) su base annua.

Nelle costruzioni i prezzi alla produzione invece registrano a luglio un +0,8% su base mensile, ma un -0,3% sull’anno. Crescono invece i prezzi alla produzione dei servizi, che aumentano nel secondo trimestre dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,4% su base annua.

Il quadro preoccupa i consumatori. “Dati pessimi. Ora rischio recessione per il secondo trimestre, che finisce nel peggiore dei modi, con un calo, rispetto al primo trimestre 2019, sia del fatturato che degli ordinativi”, afferma il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona.

“I numeri certificano lo stato di sofferenza dell’intero comparto industriale”, afferma il presidente del Codacons Carlo Rienzi, che vede il rischio di un ulteriore.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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