VENEZIA. – Palette e secchielli banditi dalla spiaggia per non ostacolare le attività di soccorso ai bagnanti. A infrangere i sogni balneari di generazioni di bambini è stata una ordinanza del Comune del Cavallino, una delle spiagge più frequentate dell’Adriatico, con oltre sei milioni di presenze l’anno e una delle pattuglie di vacanzieri tedeschi più ragguardevoli in Europa.
Il provvedimento vieta sulla spiaggia demaniale di mettere ombrelloni e sdraio nella zona del lido compresa nei cinque metri della battigia. Ma, soprattutto, di svolgere nella fascia di transito “qualsiasi attività o comportamento che limiti o impedisca il transito delle persone e dei mezzi di soccorso sia lungo il lido sia dalla spiaggia verso il mare e viceversa”.
Una decisione che ha fatto infuriare genitori e nonni, arrabbiati all’idea che i piccoli bagnanti possano essere privati della possibilità di creare, come tradizione vuole, castelli di sabbia a ridosso dei flutti. E proprio un nonno, Franco Beccari, in vacanza con i nipotini, ha pensato di inviare una lettera ad una testata on-line per manifestare tutto il suo disappunto, insieme alla minaccia di ritorsioni immediate.
“Meglio cambiare località balneare – dice sconsolato – se non posso lasciare i miei nipoti giocare a fare i castelli di sabbia sulla battigia”. Sull’onda dei ricordi d’infanzia il turista obietta: “siamo stati tutti bambini e il gioco che non vedevamo l’ora di fare era quello di costruire qualche cosa con la sabbia, canali, castelli, tutto quello che ci divertiva. E se non lo fai sul bagnasciuga dove lo puoi fare?”.
Non consola Beccari neppure la notizia che anche in altre spiagge italiane viene applicata la stessa regola ferrea. Prova a spegnere la polemica il sindaco, Roberta Nesto: “l’ordinanza sulla balneazione emessa dall’amministrazione comunale recepisce norme nazionali e regionali, ma deve essere applicata con buonsenso”.
Oltre che il sindaco, il nonno arrabbiato chiama in causa anche la Capitaneria di porto, intervenuta per garantire che l’ordinanza venga rispettata. “I colleghi hanno fatto dei controlli tra l’altro senza fare contravvenzioni – precisa però il capitano di fregata Alberto Pietrocola, portavoce della Capitaneria di Porto di Venezia – per fermare una situazione che ormai era degenerata: ombrelloni e lettini messi praticamente in acqua. Nessun divieto specifico riguarda peraltro i castelli di sabbia”.