L’alleanza giallorossa non scalda i cuori alla Festa dell’Unità

Una foto d'archivio di una Festa dell'Unità a Reggio Emilia, folla con le bandiere.
Una foto d'archivio di una Festa dell'Unità a Reggio Emilia.

RAVENNA. – Saranno pure gli stessi colori dello stemma cittadino ma a Ravenna, alla Festa nazionale dell’Unità, il giallorosso – inteso come possibile Governo Pd-5 Stelle a guida Giuseppe Conte – non sembra convincere troppo. E se proprio nascerà, quell’Esecutivo ‘demo-pentastellato’, lo si accetterà ma con “il mal di pancia”. Perché, “è inutile girarci intorno, peggio di un Governo Salvini non potrà essere” ma “non si è mai visto Cappuccetto Rosso andare d’accordo con il lupo”.

L’ipotesi di una convivenza governativa tra il ‘partito di casa’ e il Movimento capeggiato da Luigi di Maio non scalda i cuori dei militanti democratici che si muovono per i viottoli della kermesse in corso nella città romagnola, scettici anche sulla durata di una intesa del genere.

“Può andare d’accordo Cappuccetto Rosso con il lupo? – sorride Paolo Farabegoli mentre discute con altri militanti dem all’ingresso del Pala De Andrè -: non si è mai visto Cappuccetto Rosso sposare il lupo, Cappuccetto Rosso andare d’accordo con il lupo”.

E se poi parte una compagine del genere, quanto mai potrebbe durare, gli viene chiesto. “Le elezioni – sorride di nuovo – si dice dovessero essere il 10 novembre, potrebbe durare fino al 2 novembre”, il Giorno dei Morti.

Non evoca la fiaba de fratelli Grimm, un altro simpatizzante del Pd, “Sergio e basta, che ho guidato le corriere per anni e mi conoscono tutti” ma anche a lui il ‘matrimonio’ con il Movimento 5 Stelle non pare andare a genio: “Io non sono d’accordo. Bisogna essere coerenti: Pd e Movimento 5 Stelle se ne sono dette di tutti i colori e oggi ci tiriamo giù i pantaloni. Io ero per le elezioni, chi vince, vince”.

Più possibilista, seduto al suo fianco, Giulio. “La politica è così – argomenta – avrei preferito andare a elezioni ma peggio di un Governo Salvini non potrà mai essere. Certo – prosegue riferendosi a un Esecutivo giallorosso – deve durare perché se non dura abbiamo la cacca fino a qui e ci ritroviamo Salvini, la Meloni e Berlusconi, ormai impagliato”.

Pensiero non troppo distante da quello di Olindo Antonellini, veterano delle Feste dell’Unità, “entrato nei Pionieri a 9-10 anni. Un Governo Pd-5Stelle non mi entusiasma ma la politica è fatta di coalizioni; spero che scelgano dei punti strategici condivisi. Ad ogni modo – chiosa – sono deluso dalla politica degli ultimi sei-sette anni, non vedo la volontà di lavorare per l’Italia e per il bene degli italiani”.

E se il via libera al tentativo di formare un Governo arriva dai militanti con un po’ “di mal di pancia”, per tutti non sembrano esserci diversità tra il dibattito nazionale e quello regionale: “il discorso è sempre quello” è la replica quando si chiede se una alleanza giallorossa nel Paese possa aiutare i concorrenti dem alle prossime elezioni regionali come quelle che attendono, nei prossimi mesi, l’Emilia-Romagna.

Ad ogni modo, commenta mentre fissa il cartello del menù in un ristorante della Festa, Iader Emiliani ad accettare un’intesa Pd-5Stelle “si fa fatica. Mi dicono che l’unico modo per salvare il Paese era quello. Cosa dire? Bisogna fare una politica vera, coerente. L’astensionismo è altissimo, la gente è ‘smaronata’: la politica deve servire la gente, io sono legato col cuore a Berlinguer. Voto nazionale e regionale – conclude – è uguale”.

“Cosa vuole – taglia corto una signora seduta in prima fila, come tutte le sere della Festa senza essersi persa neanche un dibattito – non mi faccia dire nulla. Non mi pronuncio. Chi vivrà vedrà”.

(di Gianluca Angelini/ANSA)

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