I ricchi non spendono, trema l’economia americana

Pebble Beach
Sfilata di auto d'epoca a Pebble Beach, California. (alvolante.it)

NEW YORK.- I paperoni americani chiudono i portafogli e l’economia trema, vedendo rallentare uno dei suoi motori di crescita e intravedendo all’orizzonte una possibile recessione.

La crescita del Pil nel secondo trimestre, che segna un +2% in lieve rallentamento rispetto al 2,1% inicialmente stimato, non riesce a fotografare il fenomeno.  Complice la volatilità di Wall Street i ricchi spendono meno su tutto: dai gioielli alle case, dalle auto all’arte.

I dati non lasciano adito a dubbi: il mercato immobiliare di lusso sta sperimentando il suo anno peggiore dalla crisi finanziaria. Le vendite di case prestigiose a New York, una delle città più costose al mondo per le abitazioni, sono in calo da sei trimestri consecutivi.

Solo nel periodo aprile-giugno le vendite di case da 1,5 milioni di dollari o più sono scese del 5% negli Stati Uniti. Attici e superattici, così come le mansion che si affacciano sul mare o i ranch del Colorado da decine di milioni di dollari, inondando il mercato ma mancano gli acquirenti.

Fra l’incertezza sull’esito della guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina e gli sbalzi di Wall Street i ricchi sono diventati più formiche e, nonostante le ampie disponibilità, ci pensano due volte prima di effettuare acquisti onerosi.

Ma l’essere più parchi nelle spese segnala anche un cambio nella società dove, al momento, non sembra esserci nessuno in grado di raccogliere l’eredità dei baby boomers, una delle generazioni più ricche della storia americana.

Il mercato immobiliare è considerato il termometro del nuovo trend in atto e segnala come nessuno stato americano si salva dalla nuova tendenza, né la New York di Wall Street né la California della Silicon Valley.

L’andamento delle vendite e degli affitti agli Hamptons, la rinomata località sul mare per l’elite newyorkese, mostra chiaramente il cambio di passo dalle spese folli agli acquisti oculati: l’offerta di case in vendita è aumentata nel secondo trimestre dell’84,2% rispetto all’anno scorso, mostrando un mercato praticamente fermo.

Non va molto meglio alle auto di lusso. All’asta di Pebble Beach, l’appuntamento annuale in California dove sono vendute auto a prezzi astronomici, solo la metà delle vetture offerte a 1 milione di dollari è stata venduta, mentre quelle sotto i 75.000 sono quasi andate a ruba.

Nel mondo dell’arte le vendite di Sotheby’s e Christie nei primi sei mesi dell’anno sono scese del 10% e del 22%. Non si salva neanche l’abbigliamento di lusso, come dimostra la bancarotta di Barneys, la mecca dello shopping a cinque stelle.

La classe media invece regge grazie a un mercato del lavoro solido e che continua a crescere. Ma le spese minori dei paperoni sono destinate a farsi sentire sull’economia rallentandola, con conseguenze anche sulla classe media per la quale rischia di aprirsi un altro periodo nero in caso di recessione.

(di Serena Di Ronza/ANSA)

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