Colombia, i capi Farc annunciano una nuova lotta armata

Iván Márquez
Iván Márquez, junto con los difuntos guerrilleros Jesús Santrich (Seuxis Pausias Hernández Solarte) y El Paisa (Hernán Darío Velásquez) en el video en que anuncian la vuelta a la lucha armada. Archivo

BOGOTA.- Alcuni dei volti più noti delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, le famigerate Farc, fra cui Iván Márquez, già capo negoziatore nell’accordo di pace raggiunto nel 2016 a L’Avana con il governo colombiano, hanno annunciato oggi “la ripresa della lotta armata di fronte al tradimento” delle intese da parte delle autorità di Bogotà.

In un video di 32 minuti Márquez, accompagnato da altri due capi (Jesús Santrich e El Paisa) e da 20 uomini e donne in tuta mimetica e fucili, ha annunciato da un luogo imprecisato della selva che “è cominciata la seconda Marquetalia sotto la protezione del diritto universale che assiste tutti i popoli del mondo che si levano in armi contro l’oppressione”.

La Repubblica di Marquetalia nacque negli anni ’50 sotto la spinta di un gruppo di contadini rivoltatisi in armi, fra cui Manuel Marulanda Vélez e Jacobo Arenas, poi fondatori delle Farc.

Márquez, il cui vero nome è Luciano Marín, ha ricordato che “in due anni (dall’arrivo del presidente Ivan Duque) oltre 500 leader sociali sono stati assassinati e che sono già 150 i guerriglieri uccisi fra l’indifferenza e l’indolenza dello Stato”.

Dopo la firma degli accordi di pace nel 2017 è cominciata la smobilitazione e reintegrazione dei militanti armati e la trasformazione delle Farc in un partito politico con la stessa sigla, che ha ottenuto per legge vari seggi in Parlamento.

Nel suo messaggio il comandante ha spiegato che il ritorno alle armi non è fine a se stesso, ma accompagnato da uno sforzo per arrivare ad “una nuova Costituente”, per “un nuovo Paese, un nuovo ordine sociale ed una economia al servizio della nazione”.

E, ha aggiunto, “alla costituzione di un governo di transizione formato da gente virtuosa e preoccupata dei cittadini”.

La nuova guerriglia avrà un “modello operativo” diverso da quello utilizzato dalle disciolte Farc, per cui “risponderemo solo alle offensive, non continueremo ad ucciderci fra fratelli di classe affinché un’oligarchia sfacciata continui a manipolare il nostro destino arricchendosi sempre di più a spese della povertà della gente e dei dividendi della guerra”.

Inoltre Márquez ha aggiunto che il gruppo coordinerà gli sforzi con l’Esercito di liberazione nazionale (Eln), il cui dialogo di pace è ad una impasse, mentre non ha fatto riferimenti all’ala dissidente delle Farc, che è alla macchia da tre anni e che si è rifiutata di accettare l’intesa firmata con il governo.

Questa decisione, comunque, non è stata condivisa da un altro dei negoziatori della guerriglia, Rodrigo Londono, alias Timochenko. Via Twitter ha assicurato che, “pur nel quadro di difficoltà e pericoli esistenti, la grande maggioranza delle ex Farc continua ad essere impegnata per la pace”.

Intanto Patricia Linares, presidente della ‘Giurisdizione speciale per la pace’ (Jep) colombiana, ha annunciato di aver avviato la procedura di espulsione dal sistema di protezione di tutti gli ex guerriglieri che appaiono nel video.

E fonti militari hanno detto al quotidiano El Tiempo che quasi certamente il video “è stato registrato in Venezuela”.

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